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Sabato 25 Aprile 2009
Troppo cemento: intervenga Napolitano
Esposto contro un condominio in Madruzza. Dubbi su difformità tra il progetto e le proposte di vendita
I box auto e la stanza per il deposito delle biciclette? Destinati a trasformarsi in tre camere da letto e due bagni di un’abitazione proposta (sulla carta) a 680mila euro. Il ripostiglio del sottotetto? Venduto (sempre à-la-carte) come zona notte di un appartamento da 980mila euro. La vecchia casetta prefabbricata su due piani con impagabile vista sulla città e sul lago sta per trasformarsi in un condominio di cinque piani, cambiando per sempre l’aspetto di una vietta a fondo cieco nella zona di Como Sole. A meno che il presidente della Repubblica non accolga il ricorso straordinario che un vicino di casa del cantiere gli ha inviato nelle scorse settimane.
Contro il cemento in convalle, il cittadino è sceso in campo appellandosi direttamente al capo dello Stato, con un ricorso straordinario in cui chiede «l’annullamento del permesso di costruire» e «la sospensione dei lavori» in corso in via Mocchetti.
IL CONDOMINIO La piccola strada a fondo cieco teatro di questa battaglia legale è una sorta di terrazzo con vista sulla città e sul lago, ai lati della Madruzza. Qui, il 23 ottobre scorso, il Comune di Como ha autorizzato la srl "Il colle di Como" a costruire, sulle macerie di una villetta a due piani, cinque appartamenti distribuiti su un edificio alto quasi il triplo. E da qui nasce la prima contestazione contenuta nel ricorso inviato a Giorgio Napolitano: «l’edificio» che Palazzo Cernezzi ha «assentito» a costruire «consiste in una costruzione completamente differente dalla preesistente». Nonostante ciò «l’amministrazione comunale» non avrebbe preso in considerazione «l’esame paesistico dei progetti», ovvero il loro impatto in una zona di pregio della città. Secondo il ricorrente, tra l’altro, la realizzazione del condominio non rispetterebbe le distanze minime con gli altri edifici che danno sulla via Mocchetti, appunto che aveva spinto il cittadino a indirizzare un ricorso allo stesso sindaco, Stefano Bruni.
LA VOLUMETRIA Ciò che preoccupa maggiormente l’estensore dell’atto indirizzato al presidente della Repubblica è l’eccessiva volumetria di un edificio che, allo stato, è ancora alle fondamenta. Stando a un confronto che un pool di esperti, che ha collaborato per l’estensione del ricorso, ha eseguito tra la documentazione reperita in Comune e l’elaborato grafico della «Residenza via Mocchetti» distribuito dalla "Il colle di Como" agli aspiranti acquirenti, alla fine dei lavori il volume edificato sarebbe «di circa 600 metri cubi» superiore rispetto a quello autorizzato nel permesso di costruire approvato da Palazzo Cernezzi.
LETTI, NON AUTO L’elenco delle differenze tra le tavole del progetto ufficiale, su cui si è basato il permesso a costruire del Comune, con quelle distribuite ai potenziali clienti comincia dal pian terreno dove al posto di due box auto e un locale per le bici compaiono - stando all’esposto - «spazi abitativi con permanenza di persone», ovvero la zona notte di un appartamento a due piani venduto sulla carta a 680mila euro. Al primo piano, prestando fede agli elaborati distribuiti ai clienti, una stanza da letto relativamente piccola invaderebbe parte del terrazzo con «conseguente incremento del volume edificato di circa 15 metri cubi». Al secondo e al terzo piano tutte le vetrate «avanzerebbero verso il lago» con un ulteriore aumento della volumetria. Sempre al terzo piano «i ripostigli previsti» in una zona sottotetto verrebbero trasformati «in spazi abitativi» e, più precisamente, in una zona notte con tre camere da letto e un bagno. Infine, al quarto piano, l’intero sottotetto ampio circa 90 metri quadrati verrebbe trasformato in un’ampia zona notte in quello che dovrebbe diventare l’appartamento più prestigioso - e più costoso - della «Residenza di via Mocchetti». Sempre che il capo della Stato non decida di bloccare il cantiere.
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