Salute
Martedì 05 Gennaio 2010
Tumori: cellule-cannibali
svelano i segreti del melanoma
Uno studio su una proteina dimostra come le cellule di metastasi da melanoma per poter sopravvievre non esitano ad aggredire altre cellule, vive o morte. All'interno è stato scoperto un gene che, se inibito, blocca il processo metastatico
Lo studio, pubblicato su Embo Reports, è opera di un team di ricercatori del Dipartimento del Farmaco dell`Istituto Superiore di Sanità, coordinati da Stefano Fais.
La scoperta è il frutto di studi condotti dal gruppo di Fais, che avevano dimostrato come cellule ottenute da metastasi di melanoma umano cannibalizzano altre cellule, sia vive che morte, per alimentarsi. In pratica la capacità di cellule tumorali di nutrirsi di propri simili per poter sopravvivere è direttamente proporzionale con la malignità. Ciò suggeriva di conseguenza che i tumori maligni differiscono notevolmente dai tessuti normali, non solo nella loro capacità di vivere in assenza di ossigeno metabolizzando zuccheri, ma anche dalla loro capacità di far fronte all'assenza di nutrienti cibandosi di altre cellule. Di fatto, il cannibalismo è tipico di cellule metastatiche, consentendo solo a cellule in grado di cannibalizzare di sopravvivere anche in microambienti scarsamente vascolarizzati, poveri di nutrienti e ricchi di metabolici tossici.
Fino al lavoro pubblicato su Embo Reports, e condotto da Francesco Lozupone, non vi erano state segnalazioni di proteine o geni specificamente coinvolti nel cannibalismo, non solo nell'uomo ma in tutti gli organismi complessi.
Gli studi dell'ISS si sono quindi focalizzati su microorganismi unicellulari, che si sapeva fossero in grado di svolgere una attività fagocitica allo scopo di alimentarsi. Fra questi l'ameba Dictyostelium discoideum nel cui genoma era stato identificato un gene il cui prodotto ha un ruolo chiave nei processi di fagocitosi. L'omologo umano di questo gene,TM9SF4, ha dimostrato di essere un gene inattivo in condizioni normali, quindi non in grado di sintetizzare proteine. Di fatto il primo risultato di questo lavoro è stato che TM9SF4 è altamente espressa nelle cellule di melanoma metastatico, ma non è rilevabile nella pelle ed in altri tessuti sani.
Bloccando l'attività di TM9SF4, si ottiene una inibizione del fenomeno del cannibalismo, con una conseguente reversione del fenotipo metastatico delle cellule di melanoma. TM9SF4 si localizza nelle vescicole acide delle cellule di melanoma, dove ne influenza significativamente il pH, contribuendo quindi all'insorgenza di quelle caratteristiche biochimiche tipiche dei tumori maligni, in particolare l'estrema acidità del microambiente in cui vivono. L'incredibile analogia in alcune funzioni vitali e nel corredo genomico fra cellule tumorali maligne e microrganismi unicellulari, ha fatto avanzare agli autori l'ipotesi che i tumori sono più simili a colonie di amebe che agli organi da cui i tumori prendono origine.
In poche parole le cellule cancerose possono essere considerate individui unici spesso impegnate in una lotta per la sopravvivenza, le une contro le altre, come succede fra gli organismi unicellulari.
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