Arrivano i soccorsi nei negozi. Un tempo si pensava fossero i saldi a raddrizzare i bilanci, anche se in realtà vendere di più non significa matematicamente guadagnare, visti i margini ridotto.
In ogni caso, oggi più che mai i soccorsi in questione vengono da fuori. Sono i turisti, stranieri e non solo, poiché gli ultimi dati evidenziano un ritorno degli italiani.
In quei due giorni e mezzo di media sul Lario, i visitatori vogliono esplorare il lago e i gioielli della cultura e del tempo. Ma non solo. Ci scappano, puntuali, gli acquisti. L’occasione che scaturisce dallo sconto, invoglia: non solo però. C’è anche la qualità. Il fascino del made in Italy e in Como. Non si può dimenticare una verità spesso trascurata nei fatti: una terra come questa, che ha vestito le donne più eleganti e le case più esclusive - con la seta e i mobili - attira irrimediabilmente i viaggiatori. Dovrebbe persino farlo di più, creando o rafforzando il ponte tra turismo e aziende: quell’economia a due motori, auspicata qualche tempo fa dal patron di Moncler Remo Ruffini.
Ma intanto incassiamo questo aiuto importante offerto al commercio dagli alberghi e dalle altre strutture ricettive. Se non ci fossero i turisti oggi - lo confessano senza vergogna i commercianti - sarebbe un problema.
Un rapporto fondamentale nel nostro Paese, fotografato in caso di eventi particolari. Pensiamo al Salone del Mobile, che accanto all’aspetto dell’ospitalità - valore di 170 milioni di euro lo scorso anno - porta in aperitivi e cene qualcosa come 19 milioni di euro. E lo shopping si traduce in oltre 20 milioni. Vale per Milano, come per Monza, e si estende fino a Como.
O ancora pensiamo all’impatto di una manifestazione eccezionale come Expo. Realtà come la Bric’s hanno riscontrato un incremento del fatturato del 50% nel periodo di avvio dell’Esposizione universale.
Ora, Como ha Expo tutti i giorni sul suo territorio. Ha cioè un tesoretto da spendere, in termini di bellezza e reputazione, che può avere un ritorno cospicuo, anzi crescente.
Anche grazie all’impegno degli operatori il turismo è riuscito a portarsi a casa un segno più dopo l’altro, di trimestre in trimestre. E a ringraziare è appunto pure il commercio, che altrimenti piangerebbe sicuramente lacrime più amare.
Tutto bene, dunque? No. Perché se il turismo aiuta le casse dei negozi, bisogna anche chiedersi chi aiuta il turismo. Migliorare i risultati costantemente non è un automatismo: dare per scontato che il meccanismo sia ormai collaudato, significa affacciarsi su una strada pericolosa.
Quando si inaugurò il primo Tourism Think Tank a Lariofiere, l’allora presidente della Camera di commercio Paolo De Santis mise in guardia: il lago è un punto di partenza, non un punto d’arrivo.
Gli operatori del settore lo sanno bene e si sono rimboccati le maniche in questi anni. Hanno inventato formule potenziando ad esempio il filone gastronomico come esperienza in grado di catturare ancora di più i turisti sulla scia di Expo. Hanno investito sulle strutture e sulla formazione.
Ma per continuare in questa missione possibile, hanno bisogno del sostegno di tutti. Delle istituzioni, naturalmente, e di ogni cittadino. Perché anche abbandonare un rifiuto per terra danneggia il turismo. E pure il commercio, viste le sorti strettamente unite.
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