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Sabato 26 Maggio 2012
Un certain regard
Cannes, anzi Cart
Stefano Arienti e Alessandro Biggio, Francesco Fossati, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Luisa Rabbia, Alberto Scodro e Patrick Tuttofuoco: sono loro i protagonisti di ''Uncertain regard'', la mostra della galleria Cart di Monza aperta fino alla fien di giugno.
di “Un certain regard”, la storica rassegna che il festival del cinema di Cannes dedica agli autori e alle pellicole che hanno bisogno di un aiuto - e se lo meritano - per entrare nel panorama internazionale del cinema d'autore. Se la sono immaginata così, oltralpe, mettendo insieme un paio di altri premi del passato: una selezione speciale per gli autori che valgono e che altrimenti rimarrebbero ai margini della distribuzione, e dei grandi schermi. Più o meno giovani che siano.
Cannes non è poi così lontana: un po' di Lombardia e Liguria più di quanto ci si aspetti, poi è Francia ed è Costa azzurra. Ma nella settimana del festival francese del cinema quei “certi sguardi” non chiedono chilometri e gasolio. Basta andare alla galleria Cart di via Sirtori che sabato scorso ha inaugurato l'ultima collettiva della stagione, sotto il titolo mutuato dalla Croisette: “Un certain regard”, una verticale di artisti ad affermazione variabile che è prima di tutto «un parziale tentativo di descrivere uno stato fluido, imprevedibile, un momento non solidificato di un'esperienza in divenire; con un occhio di riguardo al diverso, all'indecifrabile e nonconvenzionale: una sfida ad appropriarsi di linguaggi differenti» scrive Giorgio Viganò, curatore della mostra e contitolare della galleria insieme a Calogero Ninotta.
E aggiunge: «Analizzando il problema delle intenzioni, indagando la misura analitica del pensare, scoprendo il retroterra emozionale, letterario e filosofico e talvolta le relazioni tra arte e scienza: quasi una apologia del metodo. Privilegiata in questa rassegna è la scelta di materiali anomali : carta, stoffa, ferro, legno, silicone, gesso, elementi naturali, creta e acqua», ovvero i lavori di Stefano Arienti e Alessandro Biggio, Francesco Fossati, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Luisa Rabbia, Alberto Scodro e Patrick Tuttofuoco.
«Dopo Duchamp non esiste una definizione di arte che valga una volta per tutte - scrive ancora Viganò riepilogando un secolo di storia dell'arte che parte dalla “Fontana” del Beaubourg e passa per tutte le frantumazioni dell'estetica classica - L'arte muta e le trasformazioni sono così radicali da esibire anche opere che sembrano estranee al mondo dell'arte: numerosissime sono le forme assunte oggi dall'arte contemporanea e talvolta in contraddizione tra loro. Rimane, al centro, il problema di commutare l'esperienza artistica in rappresentazione, nella varietà dei mezzi, dei procedimenti e dei materiali : spesso le cose, nella loro essenza, non sono come appaiono e le spiegazioni non rivelano appieno il mistero». E allora non resta che guardarle, per capire «tra ciò che vediamo e la trama dei propositi». Come nello specchio di Eva Marisaldi, che non riflette nulla se non se stesso: fino al 7 luglio (galleriacart.com, martedì –sabato 15.30-19.30).
Massimiliano Rossin
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