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Mercoledì 30 Marzo 2011
Un fermo per l'arsenale della mala
Le armi rubate in Svizzera
Blitz della squadra mobile: in manette un uomo residente in via Castellini a Como. Ha trent'anni, un piccolo dossier personale conservato nella banca dati della polizia e un'accusa pesante sulle spalle: essere lui il proprietario dell'arsenale trovato poco meno di due settimane fa nella cantina-deposito di un condominio in via Castellini, in zona caserme.
Il blitz degli agenti è scattato dopo una decina di giorni di indagini e non prima di uno scambio di informazioni con i colleghi della polizia cantonale della vicina Svizzera. A mettere sulla buona strada gli investigatori è stata la pistola di fabbricazione israeliana Imi Desert Eagle, una calibro 50, ritrovata nel magazzino della zona caserme che era di proprietà di un'ignara cooperativa edilizia e che - si sospetta - Volontè ha fatto suo confidando nel fatto che raramente veniva utilizzato. In quel deposito la squadra volante aveva trovato: un fucile d'assalto Sig di fabbricazione svizzera calibro 5 e 56, due pistole Sig Sauer calibro nove in dotazione, tra l'altro, ai Marines; la pistola di fabbricazione israeliana; una Walther ppk di fabbricazione tedesca, resa famosa dai film di James Bond; e infine una pistola Walther, di piccolo calibro. Accanto a tutte queste armi non meno di duecento munizioni, tra le quali i cosiddetti full metal jacket, proiettili ad alta penetrazioni. Dai controlli sul numero di matricola delle varie armi è risultato che la Desert Eagle era stata rubata un paio di anni or sono in un'armeria di Lugano. Nel corso dei rilievi compiuti a suo tempo dai poliziotti elvetici erano state trovate tracce che avevano permesso di risalire all'identità di Atanasio Volontè. I contatti dei Serpico lariani con i colleghi d'oltre confine ha fatto il resto. Ma al trentenne comasco viene contestato il reato di ricettazione e non furto - per il quale risulterebbe essere già stato giudicato in Svizzera - in quanto nello scantinato di via Castellini sono state trovate armi che risultano essere state rubate in altre due zone della Svizzera e, in particolare, lo scorso anno dalla Borsa internazionale per collezionisti di armi di Lucerna e ancora dal Reuenthal museum del Canton Argovia, di fronte alla cittadina tedesca di Waldshut sopra il fiume Reno. A questo punto la domanda a cui stanno cercando una risposta gli inquirenti è: a chi erano destinate le armi? E ancora: Volontè le teneva per conto di qualcuno o era in procinto di venderle a qualche organizzazione criminale? Nei prossimi giorni il trentenne sarà sentito in cella dal giudice per la convalida del fermo. Chissà se sceglierà di fornire una spiegazione oppure si chiuderà nel silenzio.
P. Mor.
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