Una cartella esattoriale da 1300 euro
Ma il giudice condanna Equitalia

L’ente esattore pretendeva il pagamento di una somma cospicua per una multa risalente ai primi anni Duemila. Il giudice accoglie il ricorso dell’automobilista: le contravvenzione si prescrivono in cinque anni

Como

Arriva una cartella esattoriale di Equitalia che vi preannuncia, con toni minacciosi, l’intenzione di procedere al fermo amministrativo della vostra auto, a meno che non paghiate 1360 euro entro i trenta giorni successivi. Che fare? La maggior parte di noi probabilmente pagherebbe, o quantomeno farebbe il possibile per evitare di farsi “fermare” l’auto ma in realtà non sempre l’ente esattore ha tutte le ragioni. Lo suggerisce l’esito di un ricorso approdato alla fine dello scorso anno davanti al giudice di pace di Como, ricorso presentato contro una cartella di Equitalia che proprio questo pretendeva: il saldo di un debito di 1.363,67 euro per presunte violazioni al Codice della strada risalenti al biennio 2002 / 2003. Con l’aiuto dell’avvocato Paolo Todaro, l’automobilista ha impugnato la cartella, ottenendo piena soddisfazione. Il tribunale ha infatti stabilito che il termine di prescrizione, almeno per quanto riguarda le violazioni al Codice della strada, è di cinque anni a decorrere dall’accertamento o dalla notifica del predetto, e non di dieci, come invece sosteneva Equitalia. Nel caso dell’automobilista comasco, le relative cartelle, quindi gli eventuali atti interruttivi, risalivano all’anno 2007, quindi ben oltre i cinque anni. La particolarità della causa è che, caso rarissimo, il giudice ha condannato Equitalia al pagamento integrale di spese processuali che, in genere, vengono invece ripartite.

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