Società e Costume
Domenica 14 Agosto 2011
Un'altra tribù di indiani
ammette matrimoni gay
Si allarga il numero di comunità di nativi americani che ammettono le nozze tra persone dello stesso sesso, così come già avvinee i sette Stati degli Usa. Ma ci sono anche esempi di rifiuto, come è già avvenuto tra i Navajo e i Cherokee
WASHINGTON - Gli indiani Suquamish, una piccola tribù del nord-ovest degli Stati Uniti, hanno approvato all'unanimità una legge che permette i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
"E' stato un passo importante, ma non è stato molto difficile da compiere", ha detto al "New York Times" il capo tribù Leonard Forsman, "per noi si tratta davvero di una questione di gestione interna". La tribù si aggiunge così ai sette stati degli Usa che hanno approvato le unioni gay.
La campagna per l'approvazione era cominciata in primavera: a guidarla, una giovane donna della tribù, Heather Purser, 28 anni, lesbica, che per prima cosa ha avanzato la proposta di legge ai capi tribù e poi l'ha presentata alla comunità nella sua riunione annuale.
La proposta, lungi dal generare polemiche e lunghe ore di discussione, è stata subito approvata da tutti i presenti alla riunione, circa 300 persone, per alzata di mano e in seconda battuta dal consiglio della tribù.
La comunità degli Suquamish, che conta circa un migliaio di persone, la metà delle quali vive nella riserva di Puget Sound, non lontano da Seattle nello stato di Washington, non è la prima tribù indiana ad approvare i matrimoni gay.
Già nel 2009 gli indiani Coquille, che vivono nell'Oregon, avevano permesso a due donne di sposarsi nella riserva. Tuttavia la questione non è trasversale e altre tribù hanno invece tenuto posizioni differenti.
I Navajo e i Cherokee per esempio hanno approvato leggi che proibiscono a persone dello stesso sesso di unirsi in matrimonio.
Da un punto di vista storico comunque, l'avversione verso l'omosessualità nelle tribù dei nativi americani sarebbe un'eredità dei primi contatti con i missionari cristiani e non era presente prima della colonizzazione.
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