Usciti illesi dal convoglio della morte

La tragedia del FrecciarossaGli avvocati Alberto Bonaiti e Christian Malighetti sedevano nella quarta carrozza Dopo il boato causato dal deragliamento, trenta secondi di sobbalzi e terrore. Ma per loro soltanto escoriazioni

C’erano anche due avvocati lecchesi a bordo del Frecciarossa che alle 5.35 di giovedì 6 febbraio è deragliato alla velocità di quasi 300 chilometri nei pressi della stazione di Livraga in provincia di Lodi. Alberto Bonaiti, 57 anni di Lecco e Christian Malighetti, 43 anni di Monte Marenzo si stavano recando a Roma per motivi di lavoro, quando il treno dell’alta velocità su cui viaggiavano è uscito dai binari, con tutta probabilità a causa di uno scambio posizionato in modo sbagliato, causando la morte dei macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo. Il convoglio – è la ricostruzione - a quell’ora era semi deserto, con soltanto una trentina di passeggeri a bordo. I due avvocati lecchesi avevano preso posto nella quarta carrozza, in compagnia solamente di un’altra persona.

La motrice si sgancia

All’improvviso un boato fortissimo, probabilmente dovuto alla motrice che si sgancia senza trascinare con sé il resto del convoglio. Per almeno 30 secondi le altre carrozze continuano la loro corsa fuori dai binari, lungo la massicciata, procedendo a sobbalzi fino ad arrestarsi. Un tempo abbastanza lungo perché i passeggeri si possano rendere esattamente conto di quello che sta accadendo. La luce salta, si accende l’impianto di illuminazione d’emergenza, fuori è ancora buio e non si può sapere con certezze il posizionamento del treno, magari in una galleria o su un ponte. La paura è quello del ribaltamento. La corsa si ferma e incredibilmente la carrozza su cui stanno viaggiando Bonaiti e Malighetti è rimasta diritta. I due avvocati lecchesi possono tirare un sospiro di sollievo e si affrettano a raggiungere la porta d’uscita che nel frattempo si è aperta. Scendono senza il bisogno di soccorsi e si rendono conto di essere nei pressi del casello di servizio della stazione di Livraga. Pian piano anche gli altri passeggeri riescono a lasciare il treno e nella penombra notano che solo la prima carrozza si è inclinata. Il casello nasconde ancora alla loro vista la motrice rovesciata e i due carrelli che sono stati colpiti.

Hanno realizzato dopo

Solo qualche minuto più tardi si renderanno conto di quel che è successo alla vettura di testa. Passa un altro quarto d’ora e sul posto giungono i vigili del fuoco, le croci rosse e due elicotteri del 118. La visita medica è immediata: per quasi tutti i passeggeri si tratta fortunatamente di codici verdi, ma è necessaria una visita di controllo. Bonaiti e Malighetti vengono portati all’ospedale di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Per loro solo lievi contusioni. Lo choc arriva in seguito, quando si rendono conto di essere deragliati a 300 chilometri all’ora. Il buio e il fatto che la carrozza su cui viaggiavano non si fosse ribaltata li aveva indotti a pensare a una velocità più bassa. Un miracolo, o forse, il merito dei sistemi di sicurezza che hanno previsto lo sgancio della motrice. Bonaiti e Malighetti preferiscono non commentare quanto accaduto, sottolineando solamente l’efficienza e la tempestività dei soccorsi.

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