Valtellinese ucciso a Como, dopo due settimane i funerali

Oggi A Breccia le esequie di Giuseppe Mazza, 76 anni, originario di Mantello. Proseguono intanto le indagini e la ricerca delle prove a carico di Querenzi

Era passato da poco mezzogiorno quando, nel parcheggio di via Giussani a Como all’esterno dell’area recintata della scuola, Giuseppe Mazza venne colpito alla gola con un coccio di vetro – parte di una bottiglia di vino poi recuperata dagli agenti della squadra Mobile – e ucciso per shock emorragico seguito all’ampio sanguinamento. Una morte assurda, inspiegabile, senza una motivazione o un movente se non quello di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Per quell’efferato delitto, che risale all’11 agosto, il pubblico ministero Simone Pizzotti ha chiesto e ottenuto la misura cautelare in carcere a carico di Omar Querenzi, 32 anni di Albiolo, sospettato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio. Oggi, a due settimane di distanza da quel giorno funesto che sconvolse gli abitanti del quartiere di Rebbio dove il corpo fu rinvenuto (da un ragazzo di 16 anni che camminava per caso in quella zona) gli amici e i parenti di Giuseppe potranno dargli l’ultimo saluto.

I funerali del settantaseienne nato a Mantello (in Valtellina) ma poi trapiantato stabilmente tra Rebbio e Breccia, si svolgeranno nel primo pomeriggio – alle 14.45 – nella chiesa parrocchiale di San Cassiano a Breccia. Le esequie saranno celebrate da don Rossano Quercini e sull’altare dovrebbe concelebrare anche don Giusto Della Valle che era stato tra i primi ad intervenire sul posto dell’omicidio, in via Giussani, per l’estrema unzione sul corpo della vittima. Giuseppe Mazza verrà poi tumulato nel cimitero del quartiere di Breccia dove vivono i parenti.

Le indagini intanto proseguono e sono molti gli elementi raccolti dagli uomini della squadra Mobile. A partire dalle immagini delle telecamere di sorveglianza della scuola che avevano ripreso il sospettato, alle 12.04 dell’11 agosto, entrare nell’area in cui era parcheggiata la Volkswagen Lupo grigia dove si trovava la vittima.

Altro elemento nelle mani degli inquirenti è la presunta arma del delitto, ovvero la bottiglia di vino rosso che alcuni testimoni avevano notato prelevare in zona da Querenzi e poi utilizzare per minacciare un ragazzo del Salvador colpito alla gola (su questo episodio si procede per tentato omicidio). Frammenti della stessa bottiglia – per la precisione una parte dell’etichetta – erano poi stati trovati nelle mani della vittima e, una scheggia, nel collo. Ci sono poi le testimonianze ad incastrare in sospettato. Quella del già citato giovane del Salvador e quella di un pakistano pure lui minacciato sempre da Omar. Una mole di elementi che sono ora nelle mani del pm e che attendono una replica dalla difesa.

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