Musica
Martedì 07 Febbraio 2012
Vasco Rossi sui suoi 60 anni
«Non è un pensionamento...»
«I 60 anni per un rocker non sono più un traguardo che coincide con il pensionamento della creatività. Magari, più semplicemente, l'occasione per prendersela un po' più comoda». Lo scrive Vasco Rossi, che oggi spegne 60 candeline, sulla sua pagina Facebook
MILANO «I 60 anni per un rocker non sono più un traguardo che coincide con il pensionamento della creatività. Magari, più semplicemente, l'occasione per prendersela un po' più comoda». Lo scrive Vasco Rossi, che oggi spegne 60 candeline, sulla sua pagina Facebook.
E aggiunge: «Vasco Rossi ha calato la sua vena di stralunato e ironico poeta urbano nel rock, aprendo definitivamente le porte della canzone italiana al rock più implacabile. Basta ascoltare la potenza di fuoco dei suoi concerti per rendersi conto di quanto in fondo sia andato nella ricerca di dare al cantautore una nuova dimensione sonora. La sua lotta contro le convenzioni, le distorsioni del potere e del mercato, la sua capacità di trasformare in un sentire collettivo le sue esperienze individuali, lo hanno trasformato in un punto di riferimento».
Vasco Rossi nasce a Zocca. Dopo essersi avvicinato al mondo della musica sin da giovanissimo, inizia a incidere brani come "Jenny" e "Silvia". Il primo album, "Ma cosa vuoi che sia una canzone", esce nel 1978 ed è seguito da "Non siamo mica gli americani". Nel 1980 "Colpa d'Alfredo", censurato dalle radio e contenuto nell'omonimo album, porta il nome di Vasco alla ribalta nazionale. A questo segue "Siamo solo noi", mentre "Vado al massimo" è il titolo di un brano (e di un album) con cui, nel 1982, partecipa al Festival di Sanremo classificandosi ultimo.
L'anno successivo torna a Sanremo arriva il brano della svolta, "Vita spericolata", che porta l'album Bollicine oltre il milione di copie vendute. Nel 1984 esce un album dal vivo intitolato "Va bene, va bene così", dal titolo dell'unico inedito in esso contenuto. Dopo lo shock delle tre settimane trascorse in carcere per detenzione di cocaina, pubblica nel 1985 "Cosa succede in città". nel 1987, "C'è chi dice no". Da questo momento Vasco inizia a rallentare i ritmi della sua produzione discografica così come i concerti dal vivo, finendo per preferire show in spazi più che capienti. Nel 1989 esce "Liberi liberi", cui fa seguito prima il doppio live "Fronte del palco" e poi l'altro disco dal vivo "10.7.90 San Siro". Vasco torna con un album di brani inediti nel 1993 con "Gli spari sopra" e successivamente con "Nessun pericolo... Per te".
È poi la volta di "Canzoni per me", nel 1998. Da quello show è tratto un disco dal vivo, "Rewind", uscito il 22 aprile del 1999. Vasco torna al lavoro in studio l'anno seguente e il risultato è "Stupido Hotel", che esce nell'aprile 2001, e partecipa per la seconda volta al Jammin' Festival di Imola, radunando oltre 100.000 persone.
Nel 2002 esce l'antologia "Tracks", che contiene tra le altre canzoni anche una cover di Francesco De Gregori, "Generale".
Nell'estate del 2003 Vasco è protagonista dei maggiori live show estivi italiani. Nel 2004 pubblica l'album di inediti "Buoni o cattivi". Pubblica un dvd dal vivo, registrato allo stadio Olimpico di Roma, e coinvolge nelle sessioni di registrazione l'ex chitarrista dei Guns 'n' Roses Slash. "Il mondo che vorrei" esce il 28 marzo 2008 e, a seguire, il consueto tour estivo negli stadi. È poi la volta del secondo capitolo "Tracks II" che contiene anche inediti come la cover del brano dei Radiohead "Creep".
Nel 2010 si esibisce per la prima volta a Londra e da queste date nasce il doppio cd "Vasco London Istant Live". Anticipato dal singolo "Eh, già", il 29 marzo 2011 esce Vivere o niente.
Nell'estate 2011 parte per un nuovo tour negli stadi.
A fine giugno 2011 Vasco annuncia di volersi «dimettere da rockstar», precisando che quella in corso è la sua ultima tournée negli stadi. Seguono alcuni problemi di salute e ricoveri in clinica. L'artista "scopre" Facebook dove posta i suoi "clippini" e un nuovo singolo, "I soliti".
Nel novembre scorso è uscita la sua autobiografia "La versione di Vasco".
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