Vendemini, il gigante buono
Quarant’anni fa la sua morte

Il 20 febbraio 1977 si spegneva a causa di un improvviso malore il giocatore protagonista anche a Cantù.

Era seduto sulle tribune del Villa Romiti di Forlì e stava guardando un incontro giovanile, un’oretta prima di scendere a sua volta in campo. Aspettava di andare negli spogliatoi per cambiarsi, ma a un certo punto piegò la testa da una parte e si accasciò. Subito soccorso e portato in ospedale, non ci fu nulla da fare. Così, il 20 febbraio 1977, Luciano Vendemini morì stroncato da un improvviso malore . Aveva 24 anni.

Era appena sedicenne quando nel 1968 Roberto Allievi lo scelse per venire a Cantù a giocare dalla natìa Sant’Ermete, nel Riminese. Della pallacanestro non conosceva quasi nulla all’epoca, ma era già alto due metri.

Dopo aver maturato esperienza lontano da Cantù, nel 1971 coach Taurisano lo richiamò per la sua Forst. Due stagioni a Cantù vincendo la Korac del 1973 quando nel frattempo era diventato alto 2.12, poi la cessione a Rieti per la cifra, allora altissima, di 100 milioni di lire. Ci rimase tre anni, trovò moglie e nel 1976 salì a Torino. Ed era appunto un giocatore della Chinamartini quando trovò la morte a Forlì.

Per lui ci fu anche la Nazionale con la quale partecipò alle Olimpiadi di Montreal.

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