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Giovedì 22 Dicembre 2022
«Vi racconto i miracoli di Goggia»
SciIl medico comasco Andrea Panzeri, dello staff azzurro, a fianco di Sofia nell’episodio della frattura alla mano. «Si è rotta, è stata operata, e ha corso solamente 24 ore dopo l’incidente: vincendo. Questa ragazza è speciale»
Como
Vincere una gara di sci con una mano rotta, operata nemmeno 24 ore prima. Non ci sono più parole per l’incredibile Sofia Goggia, ancora una volta capace di andare oltre i limiti pur essere in gara. E al suo fianco, come sempre in questi casi di recuperi-record, c’è l’ortopedico comasco Andrea Panzeri, presidente della commissione medica della Fisi, che l’ha operata alla clinica La Madonnina.
Frattura
Sofia Goggia si era fratturata la mano a Saint Moritz venerdì nel corso della discesa libera. Si è organizzato un ritorno a Milano con elicottero e auto, un’operazione in fretta e furia (inserite viti e placche) e l’immediato ritorno a Saint Moritz per la seconda discesa libera. Dando a lei la scelta su cosa fare, una volta in pista: l’azzurra alla fine ha deciso di partecipare alla gara, vincendola.
La Goggia è un’atleta che non finisce mai di stupire. Lo scorso febbraio, alle Olimpiadi di Pechino, era tornata – conquistando l’argento nella libera – a soli 23 giorni dall’infortunio dopo una caduta: trauma distorsivo al ginocchio sinistro e piccola frattura del perone.
«È un’atleta che sa stringere i denti, che ha grandissime motivazioni e ne sa sempre trovare di nuove. Ed evidentemente ha una soglia del dolore molto alta - spiega il dottore Panzeri -: dà l’impressione che ogni infortunio la carichi di energia nuova».
E Panzeri, in Fisi dal ’99, conosce bene la campionessa, vien da dire ogni suo muscolo e osso: «La sua carriera è costellata di infortuni da cui però si è ripresa, peraltro anche in momenti importantissimi del suo percorso o della stagione».
L’ultimo, dopo l’infortunio a Saint Moritz: «Non vale dire “è solo un infortunio alla mano”… L’impresa di operarsi e di tornare in pista il giorno dopo è stata clamorosa. Si è fatta male alle 11.30, si è messa in viaggio, metà in elicottero e metà in auto, è stata operata e il mattino dopo, stringendo i denti e ha vinto».
E ne è valsa la pena: «Questa vittoria non è un oro alle Olimpiadi, ma è fondamentale per la classifica di Coppa del Mondo. Il quinto posto ottenuto poi nel SuperG il giorno dopo ancora, conferma suo valore di atleta e tutta la carica agonistica che la anima».
Parere
Dietro a ogni sciatore di punta, c’è sempre la supervisione di Panzeri. Con la Goggia il rapporto è speciale, dopo la gara c’è stato un bell’abbraccio tra i due: «La fiducia è stata costruita nel tempo, insieme, inoltre lei è bella da gestire perché si fida. Il fatto che lei poi riconosca i meriti e ringrazi sempre tutti pubblicamente è davvero appagante: sono medaglie. Alla fine mi ha detto: “in fondo ci siamo anche divertiti”».
Tra l’infortunio al ginocchio e questo alla mano, però, “vince” ancora il recupero per poter partecipare alle Olimpiadi: «L’altro è stato più clamoroso, questo più “spettacolare” nella sua rapidità. Si è rimessa sulla neve per sfrecciare a 100 all’ora, senza poter stringere il bastoncino. Incredibile».
Per queste avventure, ammette Panzeri, sono arrivate in passato anche delle critiche: «A qualcuno sono sembrate scelte estreme. Ma mi prendo la responsabilità, sono presidente della commissione medica, rispondo a un presidente federale e garantisco la regolarità dal punto di vista sanitario. Non per vantarmi, ma nessuno meglio di me conosce questo mondo».
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