«Via i disperati dalla Santarella
Così la potremo salvare»

Il sindaco: «L’area verrà chiusa. Nelle prossime ore nuove verifiche sulla stabilità»

Uno scheletro annerito. Un edificio fantasma. Così appariva ieri la Santarella, dopo il devastante incendio di venerdì.

Un rogo del quale non si conoscono ancora le cause anche se, al contrario di quanto immaginato in un primo momento, potrebbero essere accidentali, con un fuoco acceso forse per cucinare qualcosa e del quale è stato perso il controllo.

I danni alla struttura ci sono anche se l’edificio non è in immediato pericolo di crollo. C’è una parte della Santarella, il lato che si affaccia su viale Roosevelt, dove sussiste un pericolo di caduta di alcuni pezzi di muratura o di intonaco. Per questo la zona è stata recintata e interdetta al passaggio dei pedoni, togliendo una decina di parcheggi in quell’area esattamente di fronte agli uffici della Questura. I vigili del fuoco hanno intimato al Comune di intervenire e di effettuare le necessarie verifiche, affinché l’area possa essere messa in sicurezza.

Il sindaco Mario Lucini conferma che i controlli scatteranno già nella giornata di domani, lunedì 2 maggio: «I nostri tecnici hanno fatto un primo sopralluogo nell’immediatezza e lunedì ce n’è in programma un altro, più accurato, per verificare gli aspetti strutturali e scongiurare il rischio di problemi seri». Ma l’amministrazione annuncia che interverrà anche per evitare che la Santarella si trasformi di nuovo in un rifugio per disperati. «L’edificio andrà sigillato nel migliore dei modi, con l’obiettivo di renderlo inaccessibile - afferma Lucini - Anche se non sarà facile, visto che è pieno di finestre e di accessi. Il cancello con i lucchetti evidentemente non basta».

Sul futuro dell’ex centrale, il sindaco ricorda che «non è stata venduta alla società Multi, a differenza del resto dell’area Ticosa». «Vogliamo conservarla perché ha un suo valore e un suo pregio - dice Lucini - Noi restiamo i proprietari ma nella proposta di accordo con Multi è previsto che si facciano carico loro dei lavori di riqualificazione. Quale sarà la destinazione? Si è parlato di museo della seta o della luce, ora c’è un interessamento abbastanza concreto da parte dell’università».

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