Cronaca / Como città
Martedì 12 Novembre 2013
Via Milano, c’è il divieto
ma passano in 73
Presa diretta ieri mattina tra le 7 e le 9 all’imbocco della strada dove è installato il vigile elettronico. Quasi tutte targhe comasche e soltanto una vettura si è fermata perché non aveva visto bene il cartello
Ancora una mattinata di divieto di accesso ignorato in via Milano alta. Ancora auto che non ne vogliono proprio sapere di svoltare in via Grandi e proseguono dritti, incuranti della telecamera che registra i numeri di targa e invia le sanzioni e della segnaletica.
Ieri mattina, dopo che sono stati resi noti i numeri delle infrazioni rilevate a settembre, che parlano di 1913 multe, ovvero una media di 68 al giorno, abbiamo voluto verificare e siamo andati all’inizio di via Milano a cavallo delle due ore in cui vige il divieto, cioè tra le 7 e le 9.
E il risultato è che abbiamo contato ben 73 veicoli, tra auto e furgoni, che lo hanno ignorato. Alcuni di questi saranno certamente autorizzati (e dal conto abbiamo già omesso bus, ambulanze, taxi e forze dell’ordine), ma molti finiranno inevitabilmente ad allungare ulteriormente l’elenco dei multati. Una cifra in linea con quella dei mesi precedenti, e che fa emergere l’immagine di una città di distratti, in cui nemmeno le multe salate bastano a far rispettare le regole.
Nelle due ore di punta del mattino, infatti, il transito è consentito solo ai bus di linea, ai mezzi di soccorso, ai taxi, ai veicoli a due ruote (moto, motorini...) e ai residenti e frontisti autorizzati che hanno fatto registrare la targa al comando di polizia locale, mentre a tutti gli altri viene comminata una multa di 41 euro (che può scendere a 28.7 euro se viene pagata entro cinque giorni dal ricevimento della notifica).
Multa che sarà spedita anche ai 73 automobilisti, quasi tutti giovani, che ancora ieri mattina hanno ignorato gli orari di apertura del varco nonostante la presenza del pannello in via Napoleona e la segnaletica orizzontale gialla disegnata appena prima della telecamera.
Un comportamento, quello dei comaschi, che si può spiegare solo con la distrazione o con l’abitudine che deriva dal viaggiare su un tragitto ben definito, fatto a memoria e senza quasi rendersene conto. Perchè chi entra in via Milano lo fa senza indugio. Non ci sono tentennamenti, si scende dalla Napoleona e si va dritti, senza chiedersi il perché di quella strada semi deserta in orario di punta.
Nelle due ore in cui abbiamo presidiato il varco, infatti, solo una macchina si è fermata di colpo per controllare il cartello e ha poi fatto retromarcia per immettersi in via Grandi. Ed era un’auto targata Como. A trasgredire, infatti, nonostante siano ormai passati mesi dall’introduzione del divieto, sono per la maggior parte cittadini residenti in zona. Delle 73 auto viste ieri mattina, solo due erano targate Milano, una Monza Brianza e una Varese. Nessuna auto straniera, eccezion fatta per una macchina con targa tedesca che a due minuti dallo scoccare delle 9 si è accostata al marciapiede ed ha atteso la fine del divieto prima di passare.
La presa diretta di ieri ha dato una ulteriore conferma alle statistiche che prevedono che il Comune incasserà, dalla sola telecamera di via Milano, un milione di euro all’anno. Una cifra, come ha confermato nei giorni scorsi anche l’assessore alla mobilità Daniela Gerosa, che non era assolutamente prevista e che potrà diminuire solo se i comaschi cominceranno a rispettare il divieto.
Simona Facchini
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