Cronaca
Mercoledì 04 Maggio 2016
Viaggio nel centro profughi di Prestino
«Mafia capitale? Qui si fa integrazione»
Settanta gli ospiti nella struttura gestita dalla coop finita nell’inchiesta romana. Le giornate trascorrono tra scuola e sport: «Mai un problema. Bello il rapporto con il quartiere»
Nella grande sala mensa ci sono tutti: ospiti, operatori, direttrice. «Stiamo festeggiando il compleanno di uno dei ragazzi, volete fermarvi con noi?». Ad Angela Mastrolorenzo, la responsabile del centro profughi di Prestino, evidentemente la politica delle porte chiuse non piace. E questa, di fronte a quanto avviene in altre strutture comasche (Tavernola in testa), è già una notizia. Ancora di più se si pensa alle polemiche che hanno accompagnato l’appalto triennale del centro di via Sacco e Vanzetti, affidato dal Comune alla cooperativa Domus Caritatis, il cui ex vicepresidente era finito nei guai nell’inchiesta “mafia capitale”.
A Prestino sono in tutto 68 gli stranieri accolti: soprattutto pachistani e nigeriani, 50 nell’ambito dell’appalto con il Comune per la gestione dei richiedenti asilo e 18 affidati - con accordo diretto - dalla Prefettura (possono essere al massimo 20).
Nel centro di via Sacco e Vanzetti lavorano dieci operatori oltre alla direttrice e a una serie interminabile di figure professionali che si alternano nelle loro presenze: un medico, un infermiere, tre mediatori culturali (che garantiscono lezioni di lingua quattro giorni la settimana), due psicologi, un assistente sociale, un’infermiera, un informatore legale.
«Cerchiamo di lavorare sull’integrazione - racconta Angela Mastrolorenzo - Puntiamo molto sulle lezioni d’italiano: abbiamo istituito un registro delle presenze per poter coinvolgere tutti. Purtroppo molti dei ragazzi che arrivano sono analfabeti e alcuni per vergogna saltano le lezioni. Su di loro dobbiamo fare un’opera di coinvolgimento in più».
Il reportage completo sul quotidiano La Provincia in edicola mercoledì 4 maggio
© RIPRODUZIONE RISERVATA