Homepage / Como città
Martedì 28 Aprile 2009
Vigili, i giudici ribaltano
le conclusioni dei pm
Il concorso truccato, imputazione coatta per i membri della commissione d’esame
I tre (oltre al capo di gabinetto di PalazzoCernezzi) sono finiti nei guai a causa di un errore nella correzione delle prove di esame. Un’interpretazione sbagliata del regolamento ha costretto Vincenzo Graziani a riprende in mano le prove e a ricorreggere alcune di esse. Gli altri componenti della commissione hanno acconsentito che il comandante dei vigili rimettesse mano sugli elaborati delle prove scritte, firmando successivamente il verbale che attestava la loro presenza fisica alla correzione stessa. Così facendo, scrive il giudice, è stato «offeso l’interesse collettivo alla veridicità degli atti pubblici nonché la finalità probatoria cui l’atto deve adempiere».
Verso l’imputazione coatta anche Giuseppe Falanga e Paolo Fusto, entrambi parenti di alcuni concorrenti e accusati di favoreggiamento per aver dichiarato il falso di fronte agli agenti della polizia giudiziaria che li avevano sentiti come persone informate sui fatti. A questo punto l’udienza per il tormentatissimo concorso dei vigili si fa ben più affollata di quanto aveva preventivato la procura stessa. Davanti al gup, infatti, dovranno comparire: con l’accusa di violazione del segreto d’ufficio l’ex assessore Paolo Gatto, il segretario personale dell’assessore Francesco Scopelliti, ovvero Bruno Polimeni, e il capo di gabinetto Tullio Saccenti; per falso ancora Saccenti, la sorella Alessandra, Graziani e Rosati (per tutti è caduta l’accusa di abuso d’ufficio), per favoreggiamento Fusto e Falanga. Infine per aver mentito davanti al pubblico ministero, il prossimo settembre, dal giudice comparirà l’assessore alla Sicurezza Francesco Scopelliti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA