Vini top e cultura pop
La nuova enologia a Wine
Lariofiere. «Non solo assaggi, ma un momento culturale per diffondere la civiltà del bere bene». Al via il 10 giugno. Obiettivo: avvicinare i giovani
Novanta cantine, duecento vini e un filo conduttore: il bere deve tornare a essere un piacere, prima di tutto per i giovani, senza schemi e pregiudizi. Così nasce “Top&Pop Wine 2017” dopo l’assaggio del numero zero lo scorso anno a Lariofiere. A illustrare l’iniziativa (in programma sabato 10 giugno) c’erano il presidente del centro espositivo Giovanni Ciceri, il vice Roberto Galli e l’ideatore del formato Giacomo Mojoli.
La scintilla non poteva non passare da RistorExpo, la rassegna enogastronomica che ha rinnovato il suo successo lo scorso febbraio. «Sono vent’anni che collaboriamo con Mojoli e dalla sua mente è venuta questa idea geniale – ha osservato Ciceri – Una vera novità. Non banchi di assaggio, ma un momento culturale importante per il territorio e per tutta la fascia di persone che vi credono, non addetti ai lavori».
Poppizzare il vino – è l’immagine lanciata da Mojoli – significa meno Aristotele, più Andy Warhol. «Io mi occupo – spiega quest’ultimo – da anni di design della progettazione. L’idea era quella di un format che abbia come scopo rimettere in movimento l’approccio verso il vino. Questo con caratteristiche che non devono essere più quelle di specializzazione, rapporto troppo tecnico e autoreferenzialità». Seguire la vecchia strada rischia di generare linguaggi capaci di allontanare, anziché richiamare, i cosiddetti millennials.
Di qui la missione possibile: proporre un mondo del vino più laico e gioioso. Con due fili conduttori. Il top, ovvero la qualità, a testimonianza del valore raggiunto dalle aziende italiane anche con ingenti investimenti. Quindi sabato 10 giugno dalle 16 alle 23 (orario prescelto proprio per agguantare più facilmente la fascia giovane) ci sarà una varietà ampia e accurata, che parte certo anche dal territorio, come la Valtellina e l’Igt Terre lariane e viaggia poi per tutt’Italia alla ricerca di quei requisiti.
E pop? Non è approccio low cost – spiega ancora Mojoli piuttosto il cambiamento di visione sul rapporto con il vino, che torna un atto di convivialità e un piacere consapevole. «Che il futuro sia sostenibilità, è scontato – aggiunge poi il giornalista e ideatore – Qui sono in discussione quali linguaggi, modalità , situazioni racconteranno il vino. Il nostro vuole essere un esperimento provocatorio, con una comunicazione che è avvenuta a titolo artigianale ma virale».
Invitati speciali coloro che non hanno l’opportunità o la voglia di andare a Vinitaly oppure ad altre manifestazioni specializzate: Top&Pop Wine può essere il primo incontro per molti consumatori (anzi consum-autori, come preferisce chiamarli Mojoli) del futuro «che per avere insieme 200 vini dovrebbero girare l’Italia un anno intero». Facendo un paragone con il mondo dell’editoria, lo scopo non è far leggere di più chi già è avvezzo ai volumi, bensì far prendere in mano un libro a qualcuno che mai li tocca. L’ingresso costerà 20 euro (biglietto in fiera o in prevendita su sito www.ristorexpo.com).
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