
(Foto di Butti)
Il neo giocatore della S.Bernardo: «La speranza di tutti è riportarla dove merita»
La specialità della casa? Gli assist, di cui in Italia è secondo solo a Gianmarco Pozzecco. E infatti in questi playoff, ossia da quando è arrivato a Cantù alla vigilia dei quarti, è secondo nella speciale classifica con 4.9 di media a partita, secondo solo a Gherardo Sabatini dell’Ucc Piacenza (6 netti di media) eliminata in semifinale da Scafati.
Ma l’esperienza del 36enne Luca Vitali non può essere quantificata solo in freddi numeri e in una sola statistica. Nel suo contributo alla squadra c’è un dato imponderabile dettato dalla tecnica, dalla leadership e dall’esperienza. Armi fondamentali per affrontare la finale playoff contro Scafati, il momento decisivo dell’anno. Del resto, è stato ingaggiato (anche) per tutto questo.
Bene nel complesso. Qualche acciacco c’è, sto prendendo un antibiotico per una bronchite.
No, no, tranquilli. Sabato ci sarò, è una situazione assolutamente gestibile.
Sta bene, soprattutto di testa. Veniamo da due serie contro Forlì e Ravenna che ci hanno dato entusiasmo e consapevolezza nei nostri mezzi. Ma sappiamo di dover compiere un’impresa per provare a vincere contro una squadra forte, che obiettivamente ha un vantaggio grande come il fattore campo.
Che è una squadra completa e lunga, prima di tutto. In campionato e nelle serie dei playoff ha dato prova di forza contro tutte le avversarie, reagendo anche alle difficoltà, senza scomporsi più di tanto.
È un bel vantaggio, perché loro in casa sono fortissimi e l’hanno dimostrato. Spero anche che il clima del PalaMangano non tolga serenità alla terna arbitrale, ma soprattutto non dovremo perderla noi.
Complimenti a Piacenza, che ha disputato un grande playoff. Ma obiettivamente era davvero imprevedibile vedere Scafati fuori dai giochi prima della finale.
Atletismo e profondità del roster sono le prime cose che saltano all’occhio. Ma i numeri evidenziano anche un’ottima resa nel tiro da 3, con diversi interpreti. In gara 5 contro Piacenza, Scafati ha messo in mostra un bel mix di soluzioni, anche con tante palle giocate all’interno dell’area. E poi c’è una difesa efficace, che mette nelle condizioni la squadra di correre anche in campo aperto e di alzare il numero dei possessi.
Stiamo crescendo di partita in partita e di allenamento in allenamento. Abbiamo chiuso le prime due serie 3-1 e 3-0, ma sono numeri che in parte nascondono la realtà dei fatti. Abbiamo vinto dimostrando di saper soffrire e, soprattutto, di saper gestire i momenti decisivi, perché alcune partite si sono risolte solo nel finale a nostro favore. C’è una crescita di squadra evidente e che fan davvero ben sperare.
Non c’è una regola. Noi abbiamo avuto del tempo per recuperare, loro possono forse sfruttare le ali dell’emotività. Sinceramente, non saprei dire cosa sia meglio.
Certamente, abbiamo avuto più tempo per recuperare acciacchi, piccoli dolori e per preparare al meglio la serie. Ne avevamo bisogno, la stagione per i miei compagni è stata lunga e logorante per via di piccole e grandi complicazioni.
Tantissime e se posso dare consiglio, dico che è fondamentale avere un sogno in cui credere. Noi ovviamente ce l’abbiamo e bello grande: riportare Cantù dove merita di stare.
Che per crescere, partite come queste sono un passaggio obbligato. Se un giocatore vuole fare carriera, certe partite in cui servono testa, tecnica e concentrazione sono imprescindibili. E vanno affrontate al meglio delle proprie possibilità.
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