Economia / Como città
Venerdì 24 Marzo 2017
Voucher, da Como
l’appello a Gentiloni
«Subito l’alternativa»
Il confrontoParti sociali e associazioni disponibili
a mettere a punto una proposta di riforma condivisa
«I contratti a chiamata? Non è la soluzione giusta»
Prove di confronto tra associazioni e sindacati su strumenti alternativi ai voucher. Con posizioni anche molto diverse. Se la Cisl dei Laghi è pronta a sedersi a un tavolo per capire cosa fare a Como, Cgil e Uil non pensano a una possibile soluzione territoriale.
E ancora, alla Caritas continuano ad arrivare segnalazioni disperate. Come le imprese commerciali non sanno che pesci pigliare, sottolinea Confcommercio.
Appello al Governo
C’è il contratto a chiamata, dice la Cgil? Per il commercio in parte, ma con una serie di problemi, si replica. Per il mondo associativo, invece, il vuoto è assoluto.
Intanto però il 31 marzo e il 1 aprile a Villa d’Este si svolgerà il forum di Confcommercio che dovrebbe prevedere l’arrivo anche di Paolo Gentiloni a chiusura. Gli verrà posta a gran voce la questione, conferma il direttore dell’associazione lariana Graziano Monetti, e comunque i voucher diventeranno un tema portante
A lanciare l’appello a un incontro territoriale tra associazioni e sindacati ieri Giovanni Ciceri, vicepresidente Confcommercio e presidente Fipe. Monetti oggi ribadisce che i centralini sono caldi. La Cgil con Giacomo Licata insiste sul fatto che si dispone dei contratti a chiamata, appunto: «Un conto le famiglie, ma poi ci sono le sostituzioni con agenzie interinali o per i più giovani i job on call. Si usino questi. Onerosi? Con il voucher il lavoratore prende 7,50 euro, ma non ha malattia, ferie e altri diritti. Le aziende si rivolgano al Governo perché tagli il costo del lavoro».
La palla passa insomma a Roma. Sul territorio non si può fare davvero niente? Sospira Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana: «Credo che un incontro con le altre parti sociali sarebbe importante, perché con sfaccettature diverse ognuno cercava di usare questo strumento. Poco fa mi ha chiamato ancora un parroco chiedendo cosa fare: davamo sollievo alle persone con i voucher. Gli ho detto di aspettare e vediamo di capire. Ma da un confronto tra forze sane del territorio qualcosa può venire».
A chi serviva
Per le imprese commerciali intanto risponde Monetti: «I primi contatti dei più giovani avvenivano con i voucher. Il contratto a chiamata? Ci sono oneri diversi, ma soprattutto manca la semplificazione: devi chiamare ad esempio con un certo numero di ore di preavviso. Ragioniamo insieme per arrivare a misure urgenti che suppliscano al lavoro accessorio». Nel mondo sindacale la Uil del Lario con il segretario Salvatore Monteduro non è per un incontro territoriale: «Le normative sono nazionali e comunque resta in corso un referendum. A livello centrale serve un tavolo tecnico al più presto».
Gerardo Larghi dice invece che la Cisl dei Laghi è pronta al confronto. E osserva, caustico: «La vedo proprio, la signora Giovanna che la sera dopo ha un impegno di lavoro e quindi si mette a chiamare l’agenzia interinale per cercare una baby sitter. L’unica soluzione è tornare alla legge Biagi, ma intanto confrontiamoci».
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