Società e Costume
Martedì 19 Aprile 2011
William e Kate, un'unione
«condannata al successo»
Trent'anni dopo il sontuoso matrimonio di Carlo e Diana, con le loro nozze la monarchia ha finalmente una chance di riscattarsi da una serie di fallimenti matrimoniali
«Questo matrimonio deve riuscire, per il bene della monarchia. Non si può neanche contemplare una riedizione delle separazioni e dei divorzi che hanno minato la monarchia negli anni Novanta», sottolinea il biografo della monarchia Robert Jobson.
Dei quattro figli della regina, solo Edoardo è ancora sposato con la sua prima moglie, Sophie Rhys-Jones, anche se non vivono insieme. Sia Anna che Andrea e soprattutto Carlo hanno divorziato, tutti e tre nel 1992, un "annus horribilis" come lo definì la stessa regina Elisabetta. Consci di questa responsabilità, William e Kate hanno cercato di inviare segnali rassicuranti e prendere le distanze dal tragico "matrimonio del secolo" di Carlo e Diana.
«Non sarà un matrimonio sontuoso, sarà più simile a quello del 1947», spiegava un consigliere di Buckingham Palace dopo l'annuncio delle nozze. Nel 1947, l'unione della regina Elisabetta, nonna di William, con il principe Filippo, risentì senz'altro delle restrizioni dei tempi di guerra. Si racconta che il vestito da sposa fu pagato in parte con le tessere annonarie.
Duemila persone furono accolte sotto le volte gotiche dell'Abbazia di Westminster, un numero più vicino ai 1.900 invitati di William e Kate e molto meno a quello di Carlo e Diana che invitarono 3.500 persone. Dovrebbero esserci anche meno teste coronate e capi di Stato alle nozze di William, secondo in ordine di successione al trono, che a quelle del padre, principe ereditario. Per il loro matrimonio, Carlo e Diana avevano scelto la maestosa cattedrale di Saint Paul, mentre William e Kate hanno optato per Westminster. Altra differenza: Kate arriverà in macchina con il padre, e non in carrozza come Diana. La stessa architettura di Westminster aiuterà la giovane coppia a trovare una relativa intimità: una recinzione di pietra separa la lunga navata dal coro dove la coppia si giurerà amore eterno in presenza delle rispettive famiglie. Gli invitati seguiranno la coppia pronunciare la formula del consenso su degli appositi schermi: il coro sarà infatti off-limit.
Più ancora che per la forma, i due matrimoni si differenziano per questioni sostanziali: William e Kate si frequentano da otto anni, mentre una giovanissima Diana, appena 20enne, e Carlo si conoscevano appena nel giorno delle nozze. Soprattutto Carlo si era sposato sotto la pressione della famiglia: all'epoca era infatti già innamorato di Camilla Parker-Bowles.
William e Kate vivono una storia d'amore moderna, perché convivono senza essere sposati da diversi anni, un fatto impensabile ai tempi di Carlo, sottolinea Robert Jobson. Secondo l'esperto, il loro matrimonio assomiglia più a quello dei bisnonni, protagonisti del recente film «Il discorso del re», Giorgio VI e Elizabeth Bowes-Lyon, che a quello di Carlo e Diana.
Elizabeth Bowes-Lyon, più tardi affettuosamente soprannominata «Queen mum» (la Regina madre) aveva a lungo esitato prima di accettare l'offerta di matrimonio. In seguito si dedicò con grande devozione al marito, sia nel periodo dell'abdicazione del fratello Edoardo che durante la guerra. Un ruolo di supporto che i media attribuiscono volentieri a Kate. Ben prima di Kate, la "Queen mum" fu la prima "commoner" a sposare un Windsor, dopo che Giorgio V ebbe cambiato la regola che stabiliva che un membro della "Royal family" potesse impalmare solo un rappresentante di un'altra casa reale.
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