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Domenica 19 Aprile 2009
Youtube, ecco le scuse
La preside: c’è omertà
Scrivono i ragazzi che avevano insultato i prof via web
Il Consiglio di classe, convocato in seguito all’accaduto, aveva decretato per tre studenti l’ammonizione e per altri la sospensione per un massimo di 5 giorni. Invece, per i quattro ritenuti maggiormente responsabili, spetterà al Consiglio d’istituto prendere una decisione. Intanto, la preside, ha sporto denuncia. La vicenda sembrava conclusa, fino a ieri, giorno in cui è giunta la lettera che pubblichiamo qui accanto. Scritta dai ragazzi della 2E, con la volontà di fare delle scuse pubbliche, ma il tono ricorda più quello di una giustificazione. «Le scuse - dice Magda Zanon - sono accettabili, è un atto di consapevolezza, ma sarebbero dovute arrivare prima e spontaneamente». Spontaneamente poiché «un docente - continua la preside - durante il Consiglio di classe ha espressamente chiesto che venissero fatte delle scuse pubbliche nei confronti degli insegnati offesi». Ma non è tutto. Queste scuse non sembrano bastare proprio per quel sottofondo giustificatorio che si avverte. «Il fatto che fossero da soli in classe - risponde la preside - non è un attenuante, a 16 anni bisogna essere in grado di autodisciplinarsi, altrimenti dove finirà la società?». Per non parlare dell’utilizzo del termine "vittime": «Bisogna avere responsabilità delle proprie azioni - continua la Zanon - il video, nonostante alcuni genitori si fossero lamentati, era conosciuto e visto ancora prima che ne parlassero i giornali». La domanda che sembra attanagliare la preside dell’istituto in queste ore è come possa essere possibile educare in questo modo, quali cittadini diventeranno questi studenti. «Al di là dell’accaduto, comunque gravissimo - dice Magda Zanon - è ancora più grave il clima di complicità che si è instaurato tra i ragazzi sin dall’inizio della vicenda: va ben oltre l’omertà». Chi, all’interno della classe, era a conoscenza del video, avrebbe dovuto agire di conseguenza, il nasconderlo è stato un aggravante. Sono ancora momenti di tensione, quindi, quelli al Caio Plinio ma la preside sottolinea: «La lettera non può e non deve assolutamente modificare quelle che saranno le decisioni del Consiglio d’istituto».
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