Zennaro racconta il suo Vajont
«C’ero anch’io come soccorritore»

Il coordinatore della protezione civile di Lomazzo premiato ieri a Varenna

La vocazione del soccorritore nel dna per il coordinatore del gruppo di protezione civile lomazzese.

Cinquant’anni dopo la tragedia del Vajont, Giorgio Zennaro, è stato premiato a Varenna - assieme ad altri volontari, in occasione di un convegno sulla protezione civile – per aver a partecipato come scout agli interventi di soccorso subito dopo il disastro.

« Avevo ventun anni, ed ero capo squadra del gruppo degli Scout Milano 1 assieme ai quali sono partito per dare una mano – ricorda Zennaro – all’epoca la protezione civile non esisteva ancora ed i soccorsi erano quindi incredibilmente caotici e disordinati, noi stessi non sapevamo bene quel che era accaduto e pensavamo fosse crollata la diga. Tra i primi intervennero anche i militari di leva delle caserme della zona, gli alpini, i vigili del fuoco , un gruppo di militari sloveni specializzati nelle ricerche sotto le macerie, poi arrivarono anche gli americani di stanza nelle vicinanze con gli elicotteri ed i mezzi pesanti ».

Quei dieci giorni sono per sempre impressi nella sua memoria: «Quando arrivai a Longarone, una delle zone maggiormente colpite, c’era un silenzio allucinante, sembrava quasi di vivere in un film muto – racconta Zennaro – non potrò purtroppo mai dimenticare la terribile vista dei corpi straziati dalla furia delle acque, in quei giorni non riuscivo più a dormire, un’esperienza che mi sono portato dietro per parecchio tempo. Inizialmente ricordo di aver perso di vista, nella confusione gli altri del mio gruppo (li ho ritrovati solo in seguito) e di aver lavorato con un falegname e i militari».

« Sono tornato a vedere la diga, che in precedenza non avevo avuto il tempo neppure di guardare, nel 1966 di ritorno dal viaggio di nozze - conclude – sono poi stato invitato ed ho partecipato al matrimonio di una giovane coppia che avevo conosciuto all’epoca».

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