Musica
Lunedì 17 Gennaio 2011
Nannini, più dolce e meno rock
la mamma Gianna di «Io e te»
Colpisce la scelta di mostrarsi in copertina con il pancione al nono mese (foto di Jean-Baptiste Mondino) e, naturalmente, non è l'età della nascitura quella in discussione bensì, come tutti sanno, quella della mamma. Al 17° album di studio in 35 anni di carriera
“Naturalmente”, perché in Italia la musica, propriamente detta, non fa notizia. Colpisce, invece, la scelta di mostrarsi in copertina con il pancione al nono mese (foto di Jean-Baptiste Mondino) e, naturalmente, non è l'età della nascitura quella in discussione bensì, come tutti sanno, quella della mamma. Una volta rivelata la gravidanza si è scatenato un dibattito attorno alla Nannini che ha mantenuto il nome della rocker sulle testate dei giornali, per non dire delle trasmissioni di approfondimento televisivo nei rarissimi momenti di pausa su Avetrana, per diversi giorni. Ma cosa c'entra tutto questo con il disco? Nulla, per certi versi, perché non è questa la sede di discutere una scelta personale (che è poi un lieto evento, al punto di domandarsi se possa esistere una sede adatta a questa discussione, se è il caso di farne una discussione...). Però, indubbiamente, la maternità c'entra, intanto perché per un musicista realizzare un disco è, in ogni caso, un'esperienza paragonabile a quella del parto. E poi perché si sente che qualcosa è cambiato nell'orizzonte della cantante, fin dalle prime note di “Ogni tanto”. Più pop, meno rock, più ballate e archi anche se la voce non dimentica di graffiare. Tra i coautori ritroviamo, per i testi Pacifico e Isabella Santacroce.
“Ti voglio tanto bene” ha un ritornello molto melodico, di quelli che ti ricordi immediatamente e anche se il messaggio delle liriche è universale è difficile non immaginarla destinata alla bambina. Per “I wanna die 4 U” (un titolo che piacerebbe a Prince) una breve intro apre a una ballata molto “british”. Si riallaccia, stilisticamente, al passato “Dimentica” anche se la ritmica elettronica àncora al presente. “Perché” è un pezzo pop con la chitarra acustica in prima fila, molto piacevole anche se le parole sono agrodolci. Un po' più di grinta in “Perfetto” che si apre in un ritornello molto sensuale, carnale, in “Rock 2” e “Mi ami”, una parentesi centrale più da rocker e meno da cantautrice. Ma “Io e te” ha uno sviluppo quasi da lieder lirico, un piccolo capolavoro di Malone. Acustica e struggente “Com'era”, modernissima e martellante “Scusa” ed ecco il gran finale. “Penso che un sogno così non ritorni mai più...” è proprio lei: “Nel blu dipinto di blu”, insomma “Volare” che riceve un trattamento rock non irriverente ma, di certo, imprevisto. “Io e te”, se matematica e memoria non ci ingannano, dovrebbe essere il diciassettesimo album di studio della Nannini in trentacinque anni di carriera, sicuramente è quello non tanto della maturità espressiva (quella è stata raggiunta da tempo) ma della serenità umana.
Alessio Brunialti
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