Musica
Lunedì 24 Maggio 2010
Ribelli: ecco “Exile on main st.”,
vecchi dannati Rolling Stones
Il disco del 1972 oggetto di una bella ristampa che sta facendo discutere la stampa rock di tutto il mondo
Difficile fare di meglio, impossibile, anzi, viste le condizioni di partenza di “Exile on main st.”, a sua volta ora oggetto di una bella ristampa che sta facendo discutere la stampa rock di tutto il mondo. Esiliati fiscali in Francia, i Rolling Stones vantavano un nuovo chitarrista ormai integrato (musicalmente, almeno, perché Mick Taylor venne sempre fatto sentire un membro aggiunto), un pugno di canzoni nuove e idee piuttosto confuse. Fu Richards a guidare le registrazioni con Mick Jagger impegnato a farfugliare testi che il compagno - per dispetto? - tenne confusi il più possibile in sede di mixaggio così che la voce fosse una sorta di altro strumento. Il risultato è sconcertante, oggi come allora: “Exile on main st.” è uno di quei dischi doppi, il primo per gli Stones, che hanno segnato il corso della storia, come “Freak out!”, “Blonde on blonde” e il “White album”, quasi impossibile pensarlo in digitale. I suoni non sono e non devono essere ripuliti, deve lasciare addosso la sensazione di essere rimasti avviluppati in una fanghiglia appiccicosa, nell'aria l'odore di pioggia si mescola a quello della polvere da sparo. Succede di tutto in queste diciotto canzoni che spaziano dalla ballata nero folk “Sweet black angel” alle clamorose schitarrate di “Tumbling dice” e “Loving cup”, con il “Ventilator blues” per mettere Taylor in evidenza, “Happy” lasciata alla voce sdentata di Keith e “I just want to see his face” che si inventa da sola tutta l'opera di Tom Waits dagli anni Ottanta in giù, ascoltare per credere. Francamente non si può guardare in cd: serve la copertina grande e grossa del vinile, con quella galleria di freaks ben visibile. Fortunatamente esiste, oltre alla normale ristampa e a una versione doppia con dieci inediti (si poteva, anzi, si doveva fare di più) anche un box che contiene anche il doppio vinile. Così si può mettere la puntina sul primo solco del lato A e aspettare prima che si intreccino i riff di “Rocks off” perché in quella pausa si nasconde la sostanza di cui sono fatti i sogni.
Alessio Brunialti
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