Buongiorno,
ma quando finirà la mania di dare ai film il titolo di una canzone di successo? (vedi sotto, ma vedi anche Nessuno mi può giudicare, i vari Notte prima degli esami, non parliamo di Albakiara a cui riservo il mio odio migliore per la K messa lì così, senza un perché, a "fare alternativo". E questo mi riporta alla mente una delle cose più immonde mai viste, ovvero Piccolo grande amore, pellicola che non aveva NULLA a che fare con la melensa hit di Baglioni a cui fregava semplicemente il titolo vent'anni dopo. Che bello, invece, negli anni Sessanta, quando un film portava il titolo di un brano di successo perché era costruito attorno a quello, per imporre il o la cantante di turno sul grande schermo. Oggi i "musicarelli" sono invedibili, ma non invisibili: non c'è mattino senza che ne passi uno su qualche canale, ripetendo lo schema "un ragazzo e una ragazza", giuovani, ma la di lui passione per la musica è osteggiata da padre di lei che la vorrebbe in sposa a un ragazzo serio. Costarring Mario Carotenuto (il padre), Mimmo Taranto (il viveur che appoggia i ragazzi e cerca disperatamente di farsi qualche ricca vedova), Franco e Ciccio (due marinai buttati dentro a caso), spesso Giancarlo Giannini spaesatissimo nel ruolo del professore rigido e perfettino, Tina Pica come vecchia governante, cantanti minori nel ruolo degli amici del protagonista. La protagonista, spessissimo, è Frikian... È per questo che è nato il digitale terrestre: per ripescare i musicarelli, i film di buoni sentimenti del secondo dopoguerra, sudatissimi peplum dove le donne, per chiamarle alla greca, erano improbabilmente battezzate con nomi tipo "Antilope"...
Un brano acconcio (perché l'originale è sempre l'originale): http://www.youtube.com/watch%3Fv%3DrCeRIN83z8Y
- COMO CITTÀ DELLA MUSICA - Torre del Baradello, ore 20.30, gratuito e faticoso (in caso di maltempo il concerto si terrà presso il Teatro sociale di Como)
Rêverie al tramonto. Concerto a lume di torcia con l'ensemble dell'Orchestra 1813: Federico Silvestro e Matteo Colombo (violini), Valentina Giacosa (violoncello), Chiara Telleri (oboe), Marco Sala (clarinetto) e Angelo Russo (fagotto). In programma musiche di Mibert, Milhaud, Leclair, Lequint, Mozart e Taylor.
NDA: Sarà attiva una navetta con partenza da via Castel Baradello (caverne Acsm) per chi non se la sentisse proprio di arrivare fin lassù a piedi. Ma ora basta parlare di me...
- CINEMA ALL'APERTO - Oratorio San Rocco, via Kennedy 1, Mariano Comense, ore 21.15, ingresso libero
C'è chi dice no (Italia, 2011, 95 minuti) di Gianbattista Avellino con Luca Argentero, Paola Cortellesi e Paolo Ruffini.
Max, Irma e Samuele sono tre ex compagni del liceo, che non prendono un posto che si è liberato nel loro luogo di lavoro perché, nonostante i meriti, gli vengono preferiti tre "segnalati". Quando a una cena "reunion" di vecchi compagni, vengono additati a falliti, i tre scelgono di coalizzarsi e praticare lo stalking nei confronti dei tre che gli hanno fregato il posto, al fine di costringerli a ritirarsi e lasciare a loro quanto meritato. Ma la cosa gli prende la mano e va avanti, fondano il movimento sovversivo denominato "I pirati del merito", ma troveranno la galera, perderanno il posto riconquistato con l'illegalità e, nonostante lo scandalo provocato all'Università, tutto tornerà come prima.
NdA: c'è chi dice no, e anch'io...
- CINEMA A CORTE - Villa Padre Monti, via Como 50, Erba, ore 21.15, ingresso con tessera Cinecircolo a 3 sacchi
Totò Sapore e la magica storia della pizza (Italia, 2003, 80 minuti) di Maurizio Forestieri. Film d'animazione realizzato dallo studio italiano Lanterna Magica. Totò Sapore è un giovane cantastorie squattrinato che gira per le strade della Napoli del 1700 suonando canzoni che parlano del piacere del buon cibo. La vita di Totò cambia quando eredita quattro pentole magiche, con le quali può finalmente realizzare il suo sogno di diventare cuoco. Assieme alle pentole Totò conosce anche un nuovo amico, Pulcinella che lo aiuta a diventare cuoco alla corte del Re di Napoli. La cattiva strega Vesuvia decide però di ostacolare la carriera di Totò, e manda il suo aiutante tonto, Vincenzone a sabotare i suoi piatti facendo infuriare il Re di Francia che era venuto in visita in città. Il Re dichiara guerra a Napoli, ma sarà Totò a risolvere la situazione inventando un nuovo piatto: la pizza.
NdA: un po' semplicistico, ma tutto sommato non male (ma si possono anche mollare lì i bimbi e andare a farsi una pizza, quella vera...)
- LARIO JAZZ & RHYTHM'N'BLUES - parco Comunale, Fino Mornasco, ore 21.30, ingresso libero
Concerto di Janiva Magness. Nata a Detroit viene influenzata dalla musica blues e soul della collezione del padre e dalla vibrante musica dei classici Motown. Ancora adolescente la sua vita cade nel caos più totale: entrambi i genitori si suicidano quando lei ha appena 16 anni e si ritrova a vivere per strada rimbalzando da una casa-famiglia all'altra dando alla luce una bambina che viene data in adozione. Una notte, appena maggiorenne, si intrufola in un club per ascoltare il grande Otis Rush ed è proprio qui che trova la salvezza vedendo il blues come la sua vocazione Comincia così a partecipare a tutti i concerti blues possibili, assorbendo il sound di tutti i suoi artisti favoriti come Johnny Copeland e Albert Collins e si immerge completamente nell'ascolto di registrazioni di James Brown, Aretha Franklin, Etta James e tutti i più grandi artisti R&B. Inizia a lavorare come corista e, negli anni Ottanta, si trasferisce a Phoenix dove, grazie ai consigli e al supporto dell'amico Bob Tate, ex direttore musicale del grande Sam Cooke, forma nel 1985 la sua prima band Janiva Magness and the Mojomatics che il Phoenix New Times nominerà "the city's best blues band". Ha pubblicato sette album, l'ultimo è The devil was an angel too.
NdA: come avrebbe detto Aldo Fabbrizzi: "è una donna, sì, ma co dduopalle così"...
- RASSEGNA CINEMATOGRAFICA ALL'APERTO - piazza XI febbraio, Lenno, ore 21.30, gratuito (in caso di pioggia in Biblioteca comunale)
La prima cosa bella (Italia, 2010, 116 minuti) di Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti, Valerio Mastandrea, Claudia Pandolfi e Stefania Sandrelli (oltre a Marco Messeri nel consueto ruolo del simpatico sfigato)...
Estate 1971, elezione di miss Pancaldi, evento clou della stagione estiva livornese, celebrato nel suo stabilimento balneare più noto. L'elezione di Anna come "mamma più bella" sembra essere il fatto che scatena scompiglio nella storia della famiglia Michelucci, dando il via ad una serie di eventi tragicomici che arrivano fino ai giorni nostri. Bruno Michelucci, professore di lettere di mezz'età in un istituto alberghiero di Milano, è un uomo infelice e fondamentalmente insoddisfatto della sua vita. Quando la sorella più giovane Valeria lo chiama a Livorno, al capezzale della madre Anna, giunta allo stadio terminale di una lunga lotta contro il cancro, l'uomo, riluttante, si dispone a riallacciare una relazione che aveva troncato molti anni prima, durante l'adolescenza, quando fuorviato dalle maldicenze dei suoi compagni di liceo, si era convinto che la madre fosse una donna di facili costumi. L'occasione di questo tardivo riavvicinamento diventa propizia per ripercorrere tutta l'esistenza della sua famiglia, da quella notte ai Bagni Pancaldi, in cui venne piantato il seme di una distruttiva forma di gelosia del padre, passando attraverso il fallimento del matrimonio dei suoi genitori, le fughe, i litigi, la vita disordinata, ma anche ricca di affettività e di momenti di allegria, gli espedienti, gli incontri fortunati, le amicizie, le perdite e i lutti, fino alla definitiva separazione da una madre mai completamente compresa, seppur profondamente e segretamente amata. Poco alla volta, Bruno diventa consapevole di segreti che non aveva mai voluto comprendere. Gli ultimi giorni di vita della madre Anna, costretta a cedere la sua prorompente ed estrosa vitalità di fronte all'avanzare inesorabile del male, sono l'occasione per riannodare rapporti sciolti troppo bruscamente, per rileggere, dal punto di vista di un uomo ormai maturo, fatti e comportamenti di persone che hanno affollato la sua infanzia e la giovinezza, per arrivare a concedere infine a tutti quanti, primo tra tutti a se stesso, una nuova occasione e un nuovo inizio, prima che sia troppo tardi e che la separazione diventi definitiva.
NdA: mi rendo ferpettamente conto di andare controcorrente, ma a me codesto film non è piaciuto quasi per nulla. Il fattore scatenante sta nell'inaccettabile collegamento Ramazzotti - Sandrelli che mi rende impossibile la cosiddetta "sospensione dell'incredulità" perché sapendo come era la Sandrelli da giovane si fatica a ritrovarla in quell'altra che dalla sua ha una fisicità da paginore centrale, ma non molto di più. Che Mastandrea (che ho scritto e letto per ANNI MastRandrea) e la Pandolfi, poi, siano i figli suoi mi provoca ancora maggiori dubbi. A parte il fatto che, non so perché, la Sandrelli da L'ultimo bacio a questa parte accetta solo ruoli da mammanonna un po' svampita che però mette sempre l'ammore al primo posto recitando come se stesse sempre per chiedere "siete sicure di assumere abbastanza calcio?"...
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