all'inizio di una nuova settimana, nel pieno di luglio, qualcuno sarà già andato in vacanza (o, almeno, glielo auguro). Ma anche chi resta in città può fingere con se stesso di essere altrove: basta prendere il caffè in un bar che di solito non si frequenta, oppure comperare il pane altrove, sperimentando sapori leggermente differenti che regalano quella sensazione di precaria novità tipica delle ferie. Ferie che, per i tradizionalisti, quelli che, comunque, finiscono ad affollare una riviera italiana, svolgonsi in città costruite attorno al concetto stesso di turista, piene di offerte dal kitsch più estremo alla cultura "alta", dove bambini, anziani, coppie giovani e meno giovani, regolari e irregolari, singles, plurals (plural è meglio di single) trovano qualcosa di interesse. Como, in questo, è molto più democratica e offre a tutti, cittadini e turisti, la stessa cosa. Meglio non specificare cosa. Comunque oggi non c'è nulla.
Il brano acconcio per chi sta sotto l'ombrellone e legge la InCom sull'ormai inseparabile iQualcosa:
http://www.youtube.com/watch%3Fv%3DyD0JzLlKr_U
- OLTRE LO SGUARDO - Corte del castello, via XX settembre, Cucciago, ingresso gratuito con i soliti 3 micragnosi sacchi di tesseramento al Cinecircolo del Coordinamento comasco per la pace.
Hachiko (USA, 2009, 93 minuti) di Lasse Hallström con Richard Gere e tre cani nel ruolo di uno.
Il film inizia con il racconto di Ronnie Wilson in una classe delle elementari. Egli considera il cane del nonno come un eroe, ed inizia a narrare la sua storia. Parker Wilson è un professore universitario di musica che ogni giorno prende il treno per recarsi al lavoro. Una sera, mentre ritorna a casa, trova un cucciolo di Shiba smarrito e decide di portarlo a casa in attesa che il padrone venga a reclamarlo. La moglie Cate è inizialmente contraria a tenere il piccolo Shiba, soprattutto a causa del dolore provato tempo prima per la morte del precedente cane. Alla fine deve però arrendersi al desiderio del marito e della figlia Andy di adottarlo. Tra il professore e Hachi si viene a creare un legame indissolubile, tanto che ogni mattino il cane accompagna il padrone fino alla stazione e vi torna al pomeriggio al suo rientro. Un giorno, durante una lezione, Parker muore in seguito ad un infarto. Il cane lo attenderà alla stazione per tutta la sera fino a quando non verranno a riportarlo a casa. Nei giorni seguenti Hachiko scappa di casa, recandosi nella piazzetta di fronte alla stazione nella vana attesa che il suo padrone ritorni. Vi rimarrà per circa nove anni, fino al giorno della sua morte. In una notte nevosa, sentendo che non gli resta molto da vivere, si reca per l'ultima volta alla stazione in attesa del suo padrone; nei suoi ultimi istanti ripensa ai bei momenti vissuti con il padrone e immagina che egli sia tornato e che lui possa finalmente rincontrarlo, dopodiché esala l'ultimo respiro. Il film ritorna quindi sulla classe di Ronnie che a racconto terminato è riuscito a commuovere tutti i compagni. La scena finale mostra che anche Ronnie come suo nonno ha adottato un cucciolo di Shiba chiamandolo Hachi.
NdA: come sia venuto in mente di trasferire nel Rhode Island una storia nipponica che più nipponica non si può (per di più vera, per di più già oggetto di un film di cui questo è il remake per il mercato occidentale) non è dato sapere. Se è vero che Hachi vuol dire "otto" in giapponese, e che "ko" è un suffisso vezzeggiativo, che vale per "piccolo", er cane se chiama PiccolOtto...
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