E la riprova è che ogni città e ogni villaggio ha ormai la sua via o piazza intitolata a Mohamed Bouazizi, il martire che il 17 dicembre 2010 a Sidi Bouzid, una piccola città dell'interno povero della Tunisia, dando fuoco a se stesso ha bruciato il regime. Ora però si deve guardare avanti, al domani. E per dare sostentamento al nuovo corso, la Tunisia si rivolge agli amici di sempre, a quelli di lunga data. In particolare a quelli che sono più vicini che poi sono coloro che conoscono bene la sua cultura, le sue bellezze e il piacere di essere accolti come amici rispettati e rispettosi; non come occasionali ospiti, ma come persone di casa.
“Stiamo soffrendo per colpe che non abbiamo e per pregiudizi tanto falsi quanto difficili da debellare”, a sostenerlo è Mohamed Belajouza, presidente della Fth, federazione degli albergatori tunisini:“La Tunisia, i tunisini stanno soffrendo a causa del crollo del turismo (italiani: – 80%). E a soffrire di più sono le popolazioni più povere, che poi sono quelle che per il turismo lavoravano di più – spiega –. L'incidenza percentuale del turismo sul Pil a livello nazionale è rilevante, ma in alcune zone è quasi il 100 per cento”.
Soprattutto nel Sud e nelle campagne, il turismo aveva il potere e il ruolo di unificare economicamente la Tunisia. Su 7 milioni di popolazione attiva, in Tunisia ben 2 milioni lavorano direttamente o indirettamente per il turismo, ben si capisce che cosa vogliano dire alberghi vuoti e strutture inutilizzate.
“Noi contiamo molto sul nuovo governo – precisa Mohamed Ali Toumi, presidente della Tfav, federazione degli agenti di viaggio tunisini:– che si rifà sì all'islamismo, ma a un islamismo moderato, come è sempre stato quello tunisino che permette anche alle altre religioni di praticare il loro culto liberamente”.
Per dimostrare tutto ciò e per rilanciare l'immagine della Tunisia moderna, c'è chi raccogliendo l'idea di un giornalista, pensa di invitare a Tunisi il Papa, così che, a mo' di testimonial, possa far vedere a tutto il mondo che la Tunisia è un Paese sicuro, pacifico, ospitale. E con strutture di hospitality di primo livello, spiega il presidente della federalberghi tunisina, Mohamed Belajouza: “Stiamo cercando di superare l'immagine quasi esclusivamente balneare a basso costo del nostro Paese. In realtà – precisa Mohamed Alì Toumi – siamo già in grado di offrire una diversificazione di prodotto che va dalla talassoterapia alle raffinate spa; dai monumenti e dalle vestigia romane e cartaginesi ai monumenti dell'arte islamica; senza dimenticare il folclore della vita vera nelle varie medine, nelle varie città a cominciare da quella di Tunisi considerata tra le più belle del mondo arabo”.
Senza dimenticare il turismo sahariano, quello che nel Sud verso Tozeur, Nefta, Douz, Tataouine giù giù nel Sahara dell'immaginario fantastico, dove hanno girato famosi film con il deserto protagonista. E mentre ci si arriva si vedono quelle grandi coltivazioni di olivi, i pastori con le greggi, i paesini da cartolina che però sono reali. Insomma, la nuova-tradizionale Tunisia è ancora lì, disponibile e tutta da scoprire, anche con le sue silenziose albe e i suoi infocatie placidi tramonti sahariani. A chi questa arcadia non piace, la Tunisia offre anche altro.
A Tunisi, ma ancora di più a Sousse – dove tra l'altro c'è una bella e antica moschea-fortezza realizzata a metà 800, un imponente castello in città e un altro in collina e chilometri di catacombe – la vita notturna è quasi un obbligo. Lo dice Wahid Ben Youssef, commissario regionale del turismo di Sousse, discoteche e ristoranti stanno sempre più ampliando la propria offerta. “Sousse non dorme mai – dice – sia by night sia by day, attirava ogni anno 1 milione e più turisti dei 7 milioni che visitavano l'intera Tunisia”.
Fiorenzo Barzaghi
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