Vivere Bene
Martedì 16 Giugno 2009
Otranto, un tour
di sapori nel Salento
L’associazione presieduta da Marinella Argentieri Maggiano ha organizzato un tour in Salento per valorizzare cultura ed enogastronomia del territorio e favorire scambi turistici.
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Il clima d’inverno è mite e – cosa che non hanno le isole spagnole – nel Salento, perché di questo in particolare scriviamo, la storia, l’arte e l’enogastronomia hanno una ricchezza infinita di sfaccettature, cui si aggiungono la limpidezza del mare e la bellezza dei paesaggi. Non si capisce quindi perché la Puglia, come tutta l’Italia meridionale, non possano vivere di turismo tutto l’anno. Il nostro mini-tour nel Salento parte dal Villaggio Serra Alimini 1 (www.aliminivillage.com), costituito da unità abitative che possono ospitare da due a otto persone, con due ristoranti, spiaggia attrezzata, negozi interni, miniclub. La prima visita è dedicata a Otranto, porta d’Oriente, da dove nelle belle giornate si possono vedere le montagne dell’Albania. Nel centro storico, circondato da mura che rappresentano un capolavoro di architettura militare, visita obbligata all’antica cattedrale, iniziata dai Normanni del XIII secolo, con un grandioso pavimento tutto a mosaico raffigurante l’albero della vita. Nei pressi la chiesetta bizantina (secolo X) di San Pietro. Nel castello aragonese, sino al 27 settembre, è aperta la mostra delle opere grafiche di Joan Mirò, il grande artista spagnolo esponente del surrealismo.
Ci spostiamo all’interno del Salento, a Maglie, dove entriamo in un tempio della pasta italiana di qualità: la “Benedetto Cavalieri”, fondata nel 1918, usa solo grano duro selezionato, prodotto sulle soleggiate colline di Puglia; il processo di lavorazione è “delicato” e il risultato è sotto i denti di tutti…anche di molti americani, vista la forte esportazione negli Usa. La sosta per il pranzo la facciamo al ristorante “Donna Lisa”, nel centro di Maglie: elegante e ospitale, è aperto da poco più di un anno, ma dietro c’è la lunga esperienza di papà Michele nelle cucine di mezzo mondo e in sala della attentissima figlia Annalisa. Si degustano piatti tipici della tradizione salentina, di carne e pesce (quello freschissimo comprato dai pescatori a Gallipoli).
Torniamo sull’Adriatico per osservare le alte coste rocciose nella zona di Santa Cesarea Terme, ricca di ville Liberty e arriviamo al Faro della Palascia, a sud di Otranto, il punto estremo dell’Italia verso l’Oriente. Il biancore del faro sullo sfondo blu del mare: un incanto. A sera, una succulenta cena al ristorante La Piazzetta dell’Alimini Village. Il giorno dopo si riparte verso l’interno del Salento. A Galatina non si può scordare una vista alla Basilica dedicata a Santa Caterina d’Alessandria: un vero capolavoro della fine del Trecento, con le pareti interne completamente ricoperte da splendidi affreschi. Una vera sorpresa anche per chi di arte se ne intende. Ricordate che Galatina è anche una capitale della pasticceria. La pausa ristoratrice la offre Sante Dimitri, una vasta azienda agricola con 60 ettari di vigneti, 8 mila piante d’ulivo e un frantoio, produzione anche di legumi selezionati (fagioli, ceci, fave, piselli).
La terra rossa del Salento è fertilissima e i prodotti Sante Dimitri sono figli di questa fertilità, cui si aggiunge un controllo maniacale della filiera. Buona l’esportazione nel Nord Europa, dove piacciono Negroamaro, Primitivo, Aleatico e Fiano, in purezza o in armoniosi blend (www.santidimitri.it). Ed arriviamo all’altra sponda del Salento, a Gallipoli, sul Mar Ionio. Un gioiellino il centro storico cinto dalle mura, con stradine tortuose che celano palazzi signorili e splendide chiese. Qui sono censiti in catasto decine di frantoi ipogei. Dal secolo XVII all’inizio del Novecento Gallipoli fu uno dei poli internazionali per il commercio dell’olio lampante, quello che serviva per l’illuminazione stradale. Basti ricordare che a Gallipoli, sino al 1923, ebbero sede i viceconsolati di molte nazioni europee. Non è leggenda il fatto che Londra, Berlino, Pietroburgo e Barcellona per anni e anni vennero illuminate con l’olio lampante acquistato sul mercato di Gallipoli. Si può scendere nel frantoio di Palazzo Granafei, nel centro storico, ben restaurato e aperto alle visite.
Il giorno dopo la mattinata è dedicata alla visita di Lecce, la “Firenze del Sud”, la città italiana capitale del barocco, dove decine di chiese (se ne contano oltre 40) e palazzi raccontano la ricchezza di un periodo storico che ha caratterizzato questa città per circa 150 anni nei secoli XVII e XVIII. Bighellonate senza timore nelle vie centrali ed osservate come schiere di intagliatori, usando la duttile pietra locale, hanno elevato monumenti di grande splendore. Vale per tutti la Basilica di Santa Croce, ma non dimenticate le chiese di Santa Irene, Santa Chiara e il Duomo. La sosta finale la facciamo nella azienda vitivinicola “Candido”, a San Donaci, al confine tra le province di Lecce e Brindisi. Un’azienda che ha alle spalle 80 anni di storia, produce oltre 2 milioni di bottiglie suddivise in una quindicina di etichette. Anche qui Negroamaro e Primitivo sono i vitigni più coltivati, usati in vari blend, ma quello che ci ha favorevolmente colpito è la novità del Fiano Minutolo Salento Igt, un bianco da vitigno omonimo in purezza che rivela finezza olfattiva, gusto ricco e avvolgente. Oltre che ottimo aperitivo, ben si abbina a piatti di mare. (www.candidowines.it).
Roberto Vitali
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Tour nel Salento