Rubriche / Como città
Giovedì 05 Gennaio 2012
Caccia nel mirino: dal Comasco
la replica alle critiche esagerate
Il presidente del Comprensorio Alpi Comasche: «I detrattori si documentino di più e meglio»
Con disapprovazione, spesso, mi trovo a leggere sul Vostro quotidiano articoli denigratori e non rispecchianti la realtà relativamente ad una passione che da sempre mi sta a cuore: la caccia. Segnatamente, pochi mesi orsono, è apparso un articolo recante lamentele per l'eccessivo esborso ad opera dell'ufficio caccia provinciale per lo studio condotto sull'argomento "dieta della coturnice", ed in seguito pubblicato in un'opera editoriale, con il contributo di noi cacciatori. Pochi giorni fa è stato inoltre pubblicato un articolo sull'episodio di un cervo sofferente, ucciso e recuperato da alcuni cacciatori sul monte Bisbino, corroborato da un ingente quantitativo di insulti verso tutti i cacciatori. Infine, un articolo recante le proteste in Ticino per la caccia al camoscio.
Mi sento pertanto in dovere di segnalare che, negli ultimi anni, i cacciatori della Provincia di Como hanno saputo gestire con correttezza ed equilibrio il loro patrimonio faunistico, che oggi risulta essere fra i migliori ed i più ricchi di tutto l'arco alpino. Questa invidiabile realtà non è una particolarità riservata alle specie del cervo e del camoscio, ma interessa anche gli altri ungulati (capriolo, stambecco e cinghiale), la fauna tipica alpina e altri esemplari presenti sul nostro territorio come l'aquila, il grifone e il gipeto; ultimamente è stata segnalata la comparsa anche del lupo.
Relativamente a quest'ultimo, richiamando l'articolo a pagina 37 dell'edizione di venerdì 23 dicembre in cui si disapprova la nostra scelta relativa alla caccia al camoscio (che in Svizzera viene regolarmente cacciato su tutto il territorio), è doveroso segnalare che persino il lupo e la lince, in territorio elvetico, vengono spesso cacciati in ossequio alle regole ivi vigenti, per nulla dire dell'orso: da qualche tempo ha fatto la propria comparsa nel vicino Canton Ticino, ed è in corso una richiesta di autorizzazione volta ad ottenere la possibilità di abbatterlo.
A mio avviso ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ma sempre nel rispetto della libertà altrui e previa approfondita documentazione della realtà circa la quale si intende scrivere.
Armando De Lorenzi
presidente del Cac Alpi Comasche
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