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Martedì 10 Dicembre 2019
Nautica lariana, c’è speranza
Comitti, la rinascita di un brand
con i designer di Como
La storia di successo del cantiere comasco nel contesto di un settore colpito dalla crisi. Svolta nel 2003, ora il nuovo Breva 35: «Già al completo gli ordini per tutto l’anno prossimo»
In un settore che ancora fatica a riprendersi dopo lo tsunami che lo ha colpito tra il 2008 e il 2014, spicca una storia che aiuta ad avere fiducia. È quella di Comitti, storico cantiere lariano fondato da Mario Comitti nel 1956, poi portato avanti dal figlio, Elia, sino al 2003 quando l’azienda è stata acquisita e rilanciata da Raimondo Reiner.
Il rilancio
Da allora, nonostante un contesto tutt’altro che semplice, l’attività è cresciuta di anno in anno, soprattutto all’estero (Nord Europa ma anche Usa) e si è via via rafforzata attraverso l’adozione di nuovi modelli che interpretano, in una chiave più in linea con le richieste del mercato, il patrimonio di forme e materiali della tradizione.
Il cantiere, che ha sede in via Terlizza alle porte di Como, sforna, ogni anno, tra 15 e 20 imbarcazioni. E gli ordini vanno così bene che quelli raccolti coprono già ora la capacità produttiva del 2020. «Siamo molto soddisfatti - dice Reiner - ha pagato la scelta di puntare con forza sui mercati esteri, da molti anni non andiamo più a Genova per concentrarci sulle fiere in Svizzera e Germania, Dusseldorf in particolare».
Accanto alla strategia commerciale, il successo di Comitti è frutto di un costante lavoro di innovazione.
Negli ultimi 15 anni sono stati introdotti molti nuovi modelli, Comitti ha puntato prevalentemente sullo sviluppo di scafi in vetroresina (impreziositi dai profili in mogano o teak) e oggi, accanto alla linea “Venezia” da 22 a 34 piedi, spinge su “Breva” nelle versioni 29 e 35 piedi, l’ultima nata di cui sono in fase di realizzazione i due primi esemplari (già venduti, il prezzo di listino è intorno ai 300mila euro). Un modello che è un omaggio al lago di Como, nel nome, ed è frutto della partnership avviata dall’azienda con lo studio Wedo di Vacallo. I designer Matteo Maj e il comasco Pietro Ferrari hanno prima curato il progetto di stile del Breva 29 e poi l’intera progettazione del 35 piedi. Un lavoro iniziato circa un anno fa e che lo scorso giugno è entrato nella fase produttiva con la versione definitiva del progetto. Si è, in sostanza in dirittura d’arrivo, in vista del lancio ufficiale, a gennaio, al Salone di Dusseldorf. Le fiere, nel settore della nautica da diporto, restano uno strumento indispensabile per farsi conoscere. I social media, Instagram in particolare, aiutano ad alimentare il mito intorno al brand, comunicazione e marketing cercano però prodotti verticali, capaci di raggiungere una clientela di appassionati.
Runabout
Il cantiere comasco è di fatto oggi uno degli ultimi costruttori italiani dediti alla produzione di runabout - letteralmente “andare a zonzo” - ovvero gli yacht classici in legno americani capostipiti della nautica da diporto, da cui ha preso spunto Carlo Riva per dare il via ai suoi mitici motoscafi. Questo genere di imbarcazione appartiene al gruppo delle cosiddette Med Boat. Il pubblico a cui si rivolgono è ampio: c’è chi si avvicina per la prima volta alla nautica e vuole fare le prime esperienze senza rinunciare alla comodità o chi ha o aveva una barca a motore più grande e vuole un mezzo più agile per andare fare il bagno senza rinunciare a nulla. Infine c’è l’armatore del super-yacht che usa le Med Boat come tender per scendere a terra. Innovazione e tradizione si sono fuse con la creazione di nuovi modelli, per riproporre lo stile esclusivo dei motoscafi della “Dolce Vita”. I nuovi Comitti sono oggetti di culto, puntano a una clientela molto raffinata che cerca un prodotto di elevato livello per qualità dei materiali, ma anche per prestazioni e comfort.
Quello di Comitti è un lavoro sartoriale, con il cliente si sviluppa, il più delle volte, un rapporto molto stretto già nella fase di costruzione dell’imbarcazione. In fondo un motoscafo così è un sogno da coltivare nel tempo ed è per questo che gli acquirenti, all’atto dell’acquisto, ordinano un modellino in scala, identico anche nei dettagli personalizzati, a ciò che sarà la barca futura. Si lavora, moltissimo, sui particolari e ogni progetto è altamente customizzato. Un ciclo produttivo complesso in cui resta però un plus il fattore del saper fare artigiano. Il personale è altamente specializzato, una dozzina i dipendenti, ed è complicato trovare profili formati in questo settore.
Comitti è cresciuto grazie ai clienti stranieri. Qualcuno di loro, fresco di acquisto di una villa sul Lario, ha scelto lo storico brand comasco. Una scelta che significa anche prestazioni, non praticabile al momento la strada della motorizzazione elettrica: «Rispetto alle auto la tecnologia è indietro – dice Reiner – al di là della carenza delle infrastrutture per la ricarica».
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