Salute
Martedì 01 Marzo 2011
Cardiologia
pro e contro
«Cardiologia del XXI secolo: tra dubbi e certezze» è il titolo del convegno in programma venerdì 4 e sabato 5 marzo al Centro congressi Giovanni XXIII organizzato dal Dipartimento cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni.
Un appuntamento di rilievo per il tema trattato, per i relatori coinvolti e per la modalità scelta per parlare di cuore: non una serie di relazioni frontali con tavole rotonde, ma una serie di confronti su argomenti specifici in cui due specialisti vengono chiamati a parlare l'uno a favore della novità del momento (una terapia, una tecnica, un congegno o un macchinario), l'altro a favore invece di quanto in quel campo è considerato tradizionale o conservatore. A seguire, discussione serrata e votazione finale per chi ha convinto di più la platea di addetti ai lavori su quel particolare aspetto.
«Con il sorgere di nuove tecnologie e nuove terapie nascono sempre discussioni tra noi medici tra chi è più aperto nei confronti delle novità e chi invece è più "conservatore". Di solito, nei congressi si tende a parlare della novità - spiega Giosuè Mascioli, membro della direzione scientifica e responsabile Unità Operativa di Elettrofisiologia di Humanitas Gavazzeni -. In questo particolare convegno, oltre al nuovo, vogliamo anche valutare con attenzione il cosiddetto "vecchio" per capire se "innovare" sia sempre sinonimo di cura migliore per il paziente. Per questo abbiamo scelto la modalità del pro e contro, che ci pareva più stimolante per la discussione e per il coinvolgimento della platea».
L'iniziativa, a partecipazione gratuita, è accreditato per medici cardiologi e cardiochirurghi oltre che per medici internisti interessati alle novità in tema di terapia cardiologica. Tra i relatori figure di rilevo, con esperienza e fama internazionale. Al centro della due giorni, che vedrà la partecipazione di specialisti con esperienza e fama internazionale, ci saranno le patologie più dibattute oggi in area cardiologica: lo scompenso cardiaco, la fibrillazione atriale, le valvole percutanee.
«Parliamo di patologie con cui ci confrontiamo tutti i giorni in Humanitas Gavazzeni - aggiunge ancora il dottor Mascioli - e di fronte alle quali di volta in volta, caso per caso, paziente per paziente, occorre valutare con attenzione se tutte le terapie tradizionali sono state eseguite e se quindi sia il caso di ricorrere a terapie innovative. È comunque fondamentale che dietro a qualsiasi ragionamento che il medico fa nel trattare una patologia ci sia una evidenza scientifica e che il percorso intrapreso sia - ovviamente - il migliore per il paziente, nuovo o rodato che sia». Un esempio di introduzione di tecniche innovative è rappresentato in Humanitas Gavazzeni, ad esempio, dall'utilizzo di una nuova tecnica laser per la rimozione di cateteri infetti o malfunzionanti.
«Una volta, se un paziente aveva una ferita dovuta ad un malfunzionamento di un defibrillatore, la terapia consisteva unicamente nella riparazione della cute lesa - spiega Mascioli -. Oggi questo non si fa o non si dovrebbe più fare, perché espone il paziente a rischi di infezioni anche gravi. L'innovazione tecnologica (laser) in questi casi ci consente di ottenere una maggiore efficacia e sicurezza nella procedura, anche in presenza di cateteri impiantati da lungo tempo».
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