Monza - Gravi danni neurologici che regrediscono solo parzialmente con il passare del tempo: sono le conseguenze, allarmanti, che una dieta vegana può avere sul feto e, successivamente, sul bambino per le mamme che allattano.
A far preoccupare i medici della pediatria del San Gerardo sono stati un paio di casi recenti di bambini ricoverati per conseguenze da malnutrizione: “Le mamme che scelgono una dieta vegana, cioè senza alcun tipo di proteina animale –spiega Rossella Parini, specialista della Fondazione Maria Letizia Verga- devono assolutamente assumere integratori di ferro e di vitamina B 12, di origine animale (la si trova soprattutto nel fegato, rognone, carne, pesce, crostacei, frutti di mare, pollame, latte, uova, ndr). Lo stesso vale per le mamme che allattano, perché se nel latte materno la B 12 è insufficiente, i bambini non ne assorbono”. Gravi le conseguenze dal punto di vista neurologico, dalla microcefalia a ritardi psicomotori. Danni che rischiano di non riassorbirsi con la crescita, ma di rimanere permanenti. La B12, infatti, è indispensabile per la crescita e lo sviluppo dell'organismo perché entrando nei meccanismi di produzione di globuli rossi e del midollo osseo, rafforza la memoria e aumenta l'energia fisica.
“Temo che i pochi casi che finora sono capitati al San Gerardo –aggiunge la pediatra- possano essere solo la punta di un iceberg di un mondo vegetariano e vegano che fa da sé, senza la consulenza stretta di un medico”. Problemi seri si hanno anche di fronte a madri (e figli) con carenza di Vitamina D (presente in latte, burro, tuorlo d'uovo, salmone, tonno, aringhe, sgombro, sardine, olio di fegato di merluzzo): una mancanza che provoca rachitismo.
Elena Lampugnani
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