Salute
Sabato 19 Maggio 2012
Giornata del malato oncologico
Malattia cresce e si guarisce di più
Sono più di 2 milioni gli italiani che si battono contro il cancro, ma si si muore sempre di meno. Merito della ricerca, anche se occorre sbloccare i nuovi farmaci in tutte le regioni. E sui malati oncologici si investe sempre di più oltre che per la cura anche per l'assistenza
Lo dice il quarto rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, realizzato dal Censis in collaborazione con la Fav (Federazione Italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia) e presentato in occasione della giornata nazionale del malato oncologico sabato 19 e domenica 20 maggio. Dal rapporto emerge che il costo sociale annuale per i circa 960mila pazienti che hanno avuto una diagnosi di tumore negli ultimi cinque anni e dei 776mila "caregiver", cioè coloro che se ne prendono cura, è di 36,4 miliardi di euro all'anno.
Di questi, 5, 8 miliardi sono di spese dirette e oltre 30 di costi indiretti, tra i quali 12 miliardi per l'attività di assistenza. A fronte di questo, i sussidi per i malati di tumore ammontano complessivamente a 1, 1 miliardi di euro, pari a poco più del 3% del costo sociale totale.
Dai dati relativi a 1055 pazienti e 713 caregiver che hanno partecipato all'indagine è emerso anche che il costo delle spese pro-capite per i malati di tumore e per chi li assiste è di 34,2 mila euro. Di questi, oltre tremila euro di spese mediche e 3600 per altri servizi, come trasporti e badanti.
Complessivamente, infine, il 77,3% degli intervistati afferma di considerare di buon livello i servizi sanitari forniti, mentre vengono giudicate insufficienti l'assistenza domiciliare e le tutele economiche.
Il presidente di Favo Francesco De Lorenzo, nel presentare la giornata nazionale ha spiegato: "Lo slogan è Niente per noi senza di noi: un messaggio dei pazienti e dei volontari alla società. È la proposta di un ripensamento del concetto di appropriatezza riferito ai livelli sociali di assistenza che dovrebbe basarsi non soltanto sulle indicazioni dell'Amministrazione e degli operatori sanitari ma soprattutto sulle esigenze dei malati".
La Favo ha chiesto in una lettera inviata al ministro della Salute Renato Balduzzi un riequilibrio nell'accesso ai farmaci oncologici nelle regioni italiane: solo in quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche) e nella provincia autonoma di Bolzano- si spiega nella lettera- vengono recepite immediatamente le indicazioni dell'Aifa (l'agenzia italiana del farmaco) mentre in tutte le altre i nuovi farmaci vengono resi disponibili con grande ritardo.
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