L'obesità, infatti, è quasi sempre associata a diverse patologie che hanno un impatto negativo sulla salute e sulla qualità della vita del paziente quali la difficoltà respiratoria, problemi dermatologici, dolore alle articolazioni e alla schiena. Se non viene adeguatamente trattata può progredire e diventare patologica determinando l'insorgenza di altre malattie quali il diabete, l'ipertensione, l'apnea da sonno e alcune forme di tumore in particolare all'endometrio, alla mammella, alla prostata e al colon. “L'obesità è una malattia cronica e multifattoriale – spiega Cristina Rocco- che incide sensibilmente anche a livello di sanità pubblica. Tutto ciò provoca anche conseguenze socio economiche legate alla diminuzione della produttività, con un aumento dei costi relativi alle cure delle complicanze cliniche legate a questa patologia. In Italia l'obesità costa alla società 22.8 miliardi di euro all'anno e ogni anno in Europa 320 mila persone muoiono per cause correlate direttamente all'obesità”.
L'obesità è comunque una patologia che può essere risolta rivolgendosi ai Centri specializzati e multidisciplinari per una corretta educazione e riabilitazione del paziente. “Il trattamento-prosegue Rocca- si adatta ai bisogni del singolo e che può includere, oltre alla semplice dieta anche assistenza psicologica, trattamento medico e in alcuni casi anche chirurgico”. Il Centro monzese, attivo da febbraio, ha già raggiunto buoni risultati. Quest'anno, tra febbraio e fine settembre sono state effettuate 564 prime visite e sono stati presi in carico una sessantina di pazienti affettai da disturbi del comportamento alimentare dieci dei quali in trattamento di Day Hospital. Oltre 600 gli esami effettuati (tra quelli di calorimetria cioè lo studio del metabolismo basale e impendenziometria cioè calcolo della massa magra e di quella grassa) per un totale di oltre 2.200 prestazioni , compresi controlli e colloqui con gli esperti. “Sono soddisfatta che il nostro Centro aderisca a questa iniziativa – commenta la direttrice – : sarà un'utile occasione per fornire informazioni ai cittadini su una patologia oggi purtroppo in crescita e che ha un forte impatto anche dal punto di vista sociale”.
Rosella Redaelli
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