Se l'intestino
s'infiamma...

«Attualità diagnostico-terapeutiche nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici)»: questo il tema di un convegno svoltosi recentemente al policlinico San Marco di Zingonia, organizzato dall'Unità operativa di Gastroenterologia dell'ospedale, diretta da Francesco Negrini.

«Attualità diagnostico-terapeutiche nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici)»: questo il tema di un convegno svoltosi recentemente al policlinico San Marco di Zingonia, organizzato dall'Unità operativa di Gastroenterologia dell'ospedale, diretta da Francesco Negrini. L'obiettivo era quello di fare in primo luogo il punto della situazione, e vedere quali siano oggi le possibilità diagnostiche prima e terapeutiche poi, arrivando anche ad affrontare alcuni casi clinici concreti.

Dottor Negrini, partiamo dall'inizio: quali sono le malattie infiammatorie croniche?
«Le malattie infiammatorie intestinali croniche (Mici) sono costituite da alcuni importanti quadri clinici: il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, le coliti indeterminate e la colite collagenosica, ma il tema del convegno erano soprattutto il morbo di Crohn e la retto-colite ulcerosa, malattie diagnosticate con sempre maggiore frequenza negli ultimi anni».

E i sintomi?

«Lo spettro dei sintomi è ampio e spazia da dolori addominali ricorrenti, a coliche violente, a diarrea cronica e segni di malassorbimento (soprattutto per il morbo di Crohn), fino ad importanti emorragie digestive e quadri di megacolon tossico (specie per la retto colite ulcerosa) che possono anche mettere a rischio la vita del paziente. Queste due malattie sono tra l'altro situazioni potenzialmente precancerose, soprattutto se diagnosticate con ritardo, non curate adeguatamente e di lunga durata. L'età di comparsa più frequente è rappresentata dalla terza decade di vita, ma vi sono casi ad esordio in età pediatrica ed altri in età avanzata, e i maschi sono colpiti in misura lievemente superiore rispetto alle femmine».

La diagnosi precoce quindi è importante: quali sono le indagini più sensibili e più specifiche?
«Esami strumentali importanti sono l'ecografia addominale, indagini radiologiche come Tac e clisma opaco, la risonanza magnetica dell'addome, ma l'esame più sensibile e specifico è l'endoscopia del colon e dell'ileo terminale, con prelievi bioptici che permettono di porre diagnosi istologica. Anche alcuni esami ematici ci permettono di monitorare l'andamento della malattia».

La terapia medica è in grado di guarire le malattie croniche intestinali?
«Il morbo di Crohn e la colite ulcerosa sono per definizione malattie croniche che accompagnano il paziente per tutta la vita, alternando lunghi periodi di benessere ad altri di riacutizzazione. Non tutte hanno la stessa storia, ma la terapia medica è nella grande maggioranza dei casi in grado di mantenere in remissione la malattia e permettere al paziente una buona qualità di vita. Recentemente si sono introdotti nuovi farmaci allo scopo di migliorare ulteriormente il controllo della malattia e garantire una buona qualità di vita. Nel nostro convegno si sono confrontati alcuni specialisti gastroenterologi degli ospedali del gruppo San Donato, fra cui il policlinico San Marco e San Pietro con la partecipazione di Maurizio Vecchi, professore associato di Gastroenterologia all'università di Milano e direttore dell'unità operativa di Gastroenterologia del policlinico San Donato, che ha illustrato successi e problemi ancora aperti nella terapia medica alla luce dell'avvento di nuovi farmaci».

Quale ruolo ha la terapia chirurgica, dottor Negrini?
«La terapia delle Mici è prevalentemente medica, ma in alcune circostanze la chirurgia è indispensabile per risolvere dei problemi (per esempio fistole e stenosi), oppure quando la malattia è resistente ad ogni terapia medica e non può essere risolta se non con interventi di resezione parziale ileale e colica nel morbo di Crohn e addirittura resezione totale del colon (colectomia) nella colite ulcerosa. Enrico Croce, direttore dell'area chirurgica del San Marco, e i suoi collaboratori ci hanno illustrato nel corso del convegno i diversi interventi e le loro indicazioni».

A quali strutture possono rivolgersi i malati affetti da queste patologie?
«Oggi presso tutte le unità operative di gastroenterologia degli ospedali della nostra provincia esistono ambulatori specifici. Uno di questi ambulatori è operativo anche presso l'unità di gastroenterologia del policlinico San Marco di Zingonia: tra l'altro da gennaio 2011 l'ambulatorio di endoscopia digestiva verrà potenziato con l'acquisizione di nuovi strumenti endoscopici ad alta definizione».

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