Salute
Lunedì 30 Luglio 2012
Tanto sole ma anche i cibi giusti
Ecco la vitamina D anti osteoporosi
Una ricerca e un prossimo covegno dimostreranno che l'apporto di vitamina D, essenziale nel prevenire le fratture o curarle meglio, deriva sia da una buona esposizione al sole, ma anche da cibi che ne sono ricchi - pesce ion particolare - e anche da un po' di chili in più.
È il sole la principale fonte naturale di vitamina D, essenziale per fissare il calcio nelle ossa e scongiurare il rischio di osteoporosi. Allora sono le assolate regioni meridionali quelle i cui abitanti hanno alti livelli di vitamina D? Errore: in Europa, ad esempio, il record negativo tocca proprio all'Italia dove la carenza di questa vitamina tocca il 70-80% della popolazione, mentre nei Paesi scandinavi, avari di luce solare, è del 25% nei mesi invernali ma non raggiunge il 5% d'estate.
Lo sottolinea il professor Andrea Giustina, endocrinologo dell' Università di Brescia, nel presentare il 5/o Meeting Skeletal Endocrinology di cui è promotore e che avrà luogo a Brescia dal 20 al 21 settembre.
"È il "paradosso scandinavo" - spiega Giustina -. Il fatto è che in Svezia e in Norvegia da molto tempo arricchiscono i cibi (come il latte e alcuni suoi derivati) con vitamina D e sopperiscono così alla carenza di luce solare. Ma da noi, se si va a guardare agli anziani che vivono nelle case di riposo, soprattutto d'inverno quel 70-80% di ipovitaminosi D diventa facilmente il 100%". Anche perchè gli alimenti che contengono questa vitamina sono pochi e inusuali (olio di fegato di merluzzo, salmone, sgombro, tonno, sardine sott'olio).
Eppure la vitamina D, o calciferolo, è importantissima per prevenire l'osteoporosi e quindi le fratture: si possono bere litri di latte, divorare quintali di formaggio, ma tanto calcio senza la vitamina D, resterà inattivo e non andrà a fissarsi nelle ossa. Giustina ha citato una ricerca nord-americana che ha recentemente provato come il 97% di tutte le pazienti ricoverate in ospedale con fratture non traumatiche presenti livelli inadeguati di vitamina D.
Carenze di questa vitamina si registrano anche fra le donne dei Paesi mediorientali, dal 30 al 90% a seconda che vestano all' occidentale, che portino l' hijab, velo che lascia scoperto l'ovale del viso o il Niqab che lo copre interamente lasciando una fessura per gli occhi. Ma anche le creme di protezione solare, utilizzate nelle spiagge italiane sottraggono raggi UV e quindi vitamina D all' organismo. "Ma da noi - dice Giustina - è sufficiente mezz'ora di esposizione al sole, soprattutto se non si è magri. Perchè da questo punto di vista "grasso è bello", in quanto la vitamina D, ormone steroideo, si lega al tessuto adiposo".
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