Sport
Martedì 08 Febbraio 2011
I rally e la sicurezza
parlano i piloti comaschi
Fare rally è diventato più rischioso che correre in pista a oltre 300 all'ora? Dopo l'incidente di Robert Kubica, i piloti comaschi si interrogano
A proposito di dinamica dell'impatto di cui è stato vittima il pilota polacco di F1, non ha dubbi Gilles Gilardoni, esperto rallista a livello internazionale, presente ad Andora e che come altri ha scelto di non partecipare alla gara dopo ciò che è successo. «Diciamo che Kubica è stato sfortunato. Bastava che dopo avere sbandato contro il primo guard rail, non avesse impattato contro il successivo e non sarebbe successo nulla». Ormai capitano più incidenti nei rally che in autodromo? «Teniamo conto però dei numeri: ci sono 180 rally all'anno. Le protezioni ci sono, rollbar e scocca rinforzata. Purtroppo a differenza delle gare in autodromo, nel rally non sai mai a cosa vai incontro se esci di strada. Se potessi passare sotto ad un guard rail non succederebbe nulla, ma se gli vai è facile che ti venga dentro. Ma in macchina oltre alle lamiere, ti possono entrare i rami, come succede spesso. Mi è capitato l'anno scorso di capottarmi e la paura maggiore che mi bloccava era di non urtare contro qualche ramo o lamiera entrati nell'abitacolo».
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