Sport
Giovedì 12 Maggio 2011
Calcio, Cantù e Mariano
fanno le prove di fusione
Il primo incontro ha fatto registrare passi avanti: fra una settimana potrebbe esserci l'accordo. Intanto i giocatori canturini sono sul piede di guerra
Non sarà semplice. Vanno superati campanilismi decennali e non solo. La gestione e la riorganizzazione della logistica e del settore giovanile, per esempio potrebbe essere un problema. A volere più di tutti la fusione è il Mariano. Il direttore generale Mauro Bernardi da tempo si è speso a favore di un'aggregazione di forze, per una maggiore visibilità e un più importante coinvolgimento degli sponsor. Il Cantù, invece, sembra diviso al suo interno. Da una parte ci sono i favorevoli alla fusione: il presidente Edgardo Arosio e i due vicepresidenti Gennaro Novelli ed Ennio Galetti. Il consiglio direttivo avrebbe invece qualche remora. Soprattutto sull'investimento da destinare alla prima squadra: 150 mila euro a testa per Cantù e Mariano, cifra che in molti a Cantù preferirebbero destinare al settore giovanile.
In questi giorni è fatto anche il nome di Giovanni Bettio come nuovo presidente, nel caso la fusione non andasse a buon fine. Bettio è presidente del Castello Vighizzolo, società di Seconda categoria, e titolare della Lattonedil di Cermenate. Ma ha smentito ogni suo coinvolgimento: «Sto benissimo dove sono: il mio impegno è solo per il Castello, non sono interessato a entrare nel Cantù».
A questo punto l'ipotesi più probabile, per il Cantù e il Mariano, è la fusione. Si può fare, ma restano alcuni nodi da sciogliere. Mercoledì prossimo è fissato un nuovo consiglio direttivo del Cantù: un incontro decisivo per capire se continuare con il progetto della fusione o se prendere altre strade. Un incontro che servirà, in ogni caso, a dare delle risposte alla squadra. I giocatori sono in ebollizione. Lamentano scarsa considerazione da parte della società, vecchi rimborsi spese mai saldati e sono pronti a un addio in massa: «Abbiamo fatto tanto per il Cantù - dice l'attaccante Michele Spaggiari - e siamo sempre venuti incontro alle esigenze della società. Quest'anno non accetteremo riduzioni di budget e i tagli alla rosa. Entro fine maggio ci aspettiamo una risposta». Ancora più duro il capitano Fabio Tomaino: «Il gruppo è demotivato e pronto a lasciare: siamo tutti convinti che con una società più presente e più coinvolta avremmo certamente disputato i play off. Se arrivasse un segnale minimo di entusiasmo, però, la situazione cambierebbe e molti giocatori potrebbero decidere di restare un altro anno». Ma c'è da agire in fretta: i termini federali per le fusioni scadono a metà giugno.
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