Sport
Lunedì 23 Gennaio 2012
Calcio, nessun cambiamento
in Eccellenza e Promozione
Bocciata a sorpresa dai club la proposta del Comitato regionale di una diminuzione delle squadre
È questo quanto emerso dalla riunione che si è tenuta a Milano nella sede Comitato Regionale Lombardia della Lnd-Figc. Il calcio dilettanti lombardo continuerà ad andare avanti così, con i suoi tre gironi da 18 squadre in Eccellenza, e con i sette raggruppamenti in Promozione.
Svanisce così, con molta sorpresa, in un nulla di fatto quello che fino a pochi giorni fa sembrava un primo passo verso la riforma dei campionati di calcio dilettanti. Una riforma della quale da tempo si discute.
Crisi economica e un gioco qualitativamente tendente verso il basso sono da tempo i segnali d'allarme di un movimento che ha oggettivamente bisogno di cambiamenti e e anche di rinnovamento.
Alla proposta lanciata dal presidente del Crl, Felice Belloli, sembrava certa l'adesione in massa delle società, tant'è che si paventava addirittura che potesse entrare in vigore dalla stagione in corso, con l'inevitabile coinvolgimento di tutte le altre categorie.
Invece, praticamente all'unanimità, i dirigenti chiamati ad esprimersi in merito hanno votato "contro".
Tra questi il direttore generale del Mariano, Mauro Bernardi, che ci spiega il perché di questa presa di posizione: «Non è riducendo l'organico di Eccellenza e Promozione che si risolvono i problemi del nostro calcio. Non è così che si riducono i costi e si migliora il sistema. Il movimento dilettantistico ha bisogno di una riforma generale: dalla Serie D alla Terza categoria. Bisogna far ritrovare interesse alla gente, in maniera tale che tornino ad avvicinarsi con maggiore entusiasmo pubblico e sponsor».
Bernardi racconta con dei numeri la crisi che sta vivendo il calcio dilettanti: «A Mariano qualche hanno fa la media degli spettatori presenti alle partite casalinghe era di oltre 250 unità. Oggi a fatica sfioriamo il centinaio. Non apriamo poi il capitolo sponsor...».
A far discutere c'è anche l'ormai cronica questione sull'impiego obbligatorio dei giovani. «L'utilizzo obbligatorio dei giovani ha creato solo danni - conclude Bernardi -. Oltre ad abbassare il livello tecnico-tattico delle partite, ha smembrato i settori giovanili e bruciato troppo in fretta tanti ragazzi, che una volta terminati gli anni da "fuoriquota" si sono persi per strada».
E come benzina sul fuoco ecco che arriva nuova regola del "giovane fidelizzato": dalla prossima stagione in Eccellenza dovrà sempre giocare un calciatore (nato dopo l'1 gennaio 1994) con almeno un anno di tesseramento nel settore giovanile della medesima società.
Tante le perplessità attorno a questa normativa annunciata ben tre anni fa e sulle quali Belloli si farà portavoce venerdì a Roma in consiglio federale. Forse con un po' di ritardo.
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