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Mercoledì 11 Agosto 2021
Il messaggio di Vernizzi
alle ginnaste medagliate
«La cosa più semplice da poter scrivere è che la ritmica italiana è ancora nella storia, che voi siete storia».
«L’impresa più incredibile che potessi vivere». Così Laura Vernizzi ha definito la conquista della medaglia d’argento nella prova a squadre di ritmica, nelle Olimpiadi di Atene 2004. La comasca (35 anni) ha rivissuto le stesse emozioni e le stesse sensazioni, nei giorni scorsi con le Farfalle azzurre (così è da sempre chiamata la squadra nazionale) che hanno conquistato il bronzo a Tokyo 2020.
«Per me è stata un’emozione grandissima anche se devo dire che probabilmente allora non ne ero pienamente cosciente. Ero felicissima, al punto che nelle foto della premiazione, sto sempre ridendo», così Vernizzi, che attualmente organizza un camp specializzato di ritmica al centro sportivo Nidrino a Brunate, ha ricordato la sua impresa. E ha rivissuto negli occhi e nelle lacrime delle attuali Farfalle, i sentimenti e le emozioni di diciassette anni fa. «Ho dovuto far passare qualche ora per scrivere lucidamente un pensiero - il messaggio proposto sui social dalla campionessa comasca -. La cosa più semplice da poter scrivere è che la ritmica italiana è ancora nella storia, che voi siete storia».
La comasca, come in uno dei più classici flashback, ha rivissuto la sua partecipazione alle Olimpiadi e, soprattutto i sentimenti che ha provato, dopo la conquista della medaglia d’argento. «Ragazze vivete questo momento, assorbite tutto ciò che vi sta regalando questa medaglia, perché vedrete, sono momenti che vi accompagneranno ancora per moltissimo tempo. Sono momenti immortali», il pensiero rivolto dalla campionessa comasca alle giovani “colleghe” in un messaggio ideale. E poi, grazie anche all’esperienza vissuta in prima persona e a quella accumulata come allenatrice, ecco alcuni consigli. «Godetevi questa medaglia e tutto ciò che ne conseguirà; probabilmente per tanto tempo vi renderete conto di ciò che avete fatto senza in realtà comprenderlo davvero. Ma una medaglia olimpica fa questo effetto. È qualcosa di incredibilmente grande».
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