Il nuoto non si arrende
In sei si allenano

Pavan, Roncoroni, Conti, Patetta, Zanca e Paruscio quotidianamente, fanno la spola Como-Milano e si allenano alla piscina Samuele

Qualcuno si allena. Pochi, si contano sulle dita di una mano. Ma qualcuno, dispensato dallo stop forzato, ancora c’è. I soli nuotatori comaschi (e lombardi) che avevano ottenuto i tempi per gli Assoluti di Riccione – annullati – sono gli unici autorizzati ad allenarsi, a patto che vengano rispettate tutte le norme sulla sicurezza. Lo fanno nell’unica piscina aperta in Lombardia, la piscina “Samuele” di via Mecenate.

Tre ragazzi della Como Nuoto Recoaro – Martino Pavan, Alberto Roncoroni e Matteo Conti, mentre Manuel Santoianni invece è casa per precauzione -, quotidianamente, fanno la spola Como-Milano, ma non sono i soli. Ci sono anche due della In Sport Rane Rosse – Ludovica Patetta e Marco Zanca - e una della Canottieri Aniene, Letizia Paruscio. Le altre società comasche hanno invece deciso, un po’ perché non avevano atleti con i tempi, un po’ per difficoltà oggettive, un po’ perché «la salute vien prima di tutto», di lasciar perdere, pensando piuttosto a come riprendere, quando tutto sarà finito.

In una stagione già resa complicata dalla chiusura della piscina di Muggiò, che ha costretto gli atleti di punta a girovagare tra Svizzera e Brianza per gli allenamenti, la Como Nuoto sta provando a fronteggiare la situazione. Ma non è facile: «Stiamo provando a sostenere i nostri atleti più veloci, gli unici autorizzati ad allenarsi – dice il responsabile tecnico Verika Scorza -, ma è davvero molto pesante. In acqua, occupiamo una corsia con ogni atleta e l’attività è programmata dai gestori dalla piscina in modo che atleti di diverse società non si incrocino in alcun modo». La logistica è complessa, la programmazione impossibile: «In regime di normalità, gli allenamenti sono svolti nell’ottica di una gara: ora non c’è nulla di programmabile, si fa solo mantenimento della condizione».

Comasca, tesserata per la Canottieri Aniene, Letizia Paruscio come tante atlete ha dovuto modificare abitudini e allenamenti: «Purtroppo in Italia le piscine aperte sono davvero poche e ci sono atleti molto importanti che non si stanno allenando. Purtroppo chi perde un mese di allenamenti, butterà via la stagione, ma credo sia giusto anche dare priorità alla salute».

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