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Martedì 13 Giugno 2017
Italrugby femminile, la polemica
Al Mondiale senza allenamenti
Le azzurre, tra cui la comasca Magatti, giocheranno in Irlanda, sede della sfida iridata. Per problema di fondi non sono previsti raduni e test match
Ve l’immaginate la nazionale di calcio che arriva al mondiale senza nessun ritiro di preparazione e, soprattutto, senza aver disputato nemmeno un’amichevole? Una pazzia che è realtà per l’Italia del rugby femminile.
La federazione ha infatti deciso che, per mancanza di fondi, la comasca Maria Magatti e le altre azzurre, andranno ad agosto in Irlanda, per la più importante competizione mondiale in rosa, senza test match e raduni. Eppure quella femminile è la nazionale della palla ovale, più vincente di sempre e più “brava” (è settima nel ranking), a chiusura di un quadriennio di costante crescita in termini di risultati, di numero di tesserate e di interesse.
L’Italia, alla fine, sarà l’unica nazione che inizierà la competizione iridata, con alle spalle solo le cinque partite ufficiali del Sei Nazioni. Mentre altre nazionali preparano la competizione con test match e raduni, le azzurre lo faranno solo attraverso due tornei Seven, che vedono protagoniste alcune delle ragazze che parteciperanno poi al mondiale. Non proprio il massimo, visto che il rugby a sette ha più di una differenza rispetto a quello a quindici. E non solo nel numero delle giocatrici in campo e della durata dei match.L’ultimo Sei Nazioni si è chiuso senza nemmeno una vittoria, ma anche il torneo invernale è stato giocato senza amichevoli di preparazione.
Le azzurre così si ritroveranno ancora una volta costrette a fare delle prime partite (contro Inghilterra, campionesse in carica, Stati Uniti e Spagna) una fase di rodaggio, con la differenza che una sconfitta in un girone dei mondiali pesa ancora di più di una al Sei Nazioni, se si vuole provare a passare il turno.
Per la trasferta a Belfast, dovrà intervenire il Coni. Il rugby femminile è arrivato al massimo risultato ottenibile con in mezzi che ha a disposizione, ora c’è bisogno di dare qualcosa di più a questo settore in termini di budget, struttura e rilevanza, altrimenti si rischia una lenta ma inesorabile involuzione.
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