Atletica-mania sul lago
Il boom della Alto Lario

Sono 170 iscritti, di cui 70 saranno tesserati con la Fidal. Numeri importanti per una qualsiasi società di atletica leggera, ancor di più se l’attività è iniziata solo da settembre.

ATLETICA

Questo il biglietto di presentazione dell’Atletica Alto Lario, che ha sede a Gravedona. «Siamo rimasti sorpresi anche noi per questo riscontro così positivo - confessa il presidente Alessandro Gilardi che a settembre a messo in moto il nuovo sodalizio, con l’aiuto del vice presidente Marco Rasella e dei consiglieri Flavia Bosisio, Giovanni Ghislanzoni e Ugo Martinoni -. Abbiamo deciso che anche sull’Alto Lario era arrivato il momento di creare qualcosa di importante che potesse aiutare a far appassionare le persone a questo bellissimo sport, che viene troppo spesso sottovalutato».

La “fame” di atletica però era più forte anche di quella delle migliori previsioni. Adesso toccherà alla società gestire questi numeri nel migliore dei modi. Il primo passo è già stato fatto, con la richiesta all’amministrazione comunale di Gravedona dell’utilizzo della locale pista.

«Ci è stata concessa senza problemi, anzi con grande entusiasmo - aggiunge Gilardi -. Così possiamo avere un punto di ritrovo per gli allenamenti: girando tutti insieme in pista, si inizierà a creare un gruppo e anche la fatica si sentirà di meno». Di spessore il team tecnico, dove spicca, nelle vesti di coordinatore, il campione di corsa in montagna, Emanuele Manzi, che conosce bene la realtà dell’alto lago, essendo di Cremia. Già pronti Giovanni Ghislanzoni, Flavia Bosisio, Ugo Martinoni e Bruno Caramazza. L’entusiasmo servirà a far “chiudere un occhio” sulle pessime condizioni nelle quali versa l’anello di Gravedona. «Effettivamente non è in ottimo stato, anzi tutt’altro - conferma il presidente dell’Atletica Alto Lario -. Ma al momento è l’unica soluzione che abbiamo. Intanto iniziamo con quello che c’è e poi, con il passare del tempo, vedremo di fare qualcosa per migliorare la struttura. Anche perché la pista più vicina è quella di Chiavenna: una soluzione non molto comoda».

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