Ballerini di volata
«Punto alla Roubaix»

«Due vittorie al Tour de Provence, sono soddisfatto ma non sono ancora nela forma migliore»

Bam! L’inizio di stagione di Davide Ballerini è stato devastante. Nella prima corsa a tappe della stagione (il Tour de Provence), sulle quattro volate disputate, ha ottenuto due vittorie e un secondo posto, ha battuto specialisti come Demare e Bouhanni, e ha vinto la classifica a punti della competizione. Una prestazione che lo propone come un possibile assoluto protagonista del calendario primaverile, quello delle classiche che tanto lui ama. Ballerini ha 26 anni, è al terzo anno in una squadra World Tour (uno all’Astana, e questo il secondo alla Deceuninck Quick Step), è nel pieno di una carriera in cui ha già dimostrato certo di non essere il gregario da seconda fila, ma di poter essere assoluto protagonista.

Davide, che inizio...

Vero.

Probabilmente è stato il miglior inizio di stagione che io ricordi.

Te lo aspettavi?

Non lo puoi mai dire, prima di esserti confrontato con la concorrenza. Hai selle sensazioni, certo, ma i riferimenti sono sempre e solo quelli con i compagni di squadra durante il ritiro. Poi, quando ti confronti con gli avversari è un’altra storia. Beh, è andata bene. Comunque i test fisici erano stati positivi.

Prime due tappe e due vittorie.

Come si dice in gergo, avevo la gamba. Mi sentivo bene e si è visto.

Il primo successo, battendo Demare, recuperandogli dieci metri.

Come hai fatto?

Mi sono infilato bene, ho trovato il corridoio giusto. Certo, anche a vederla in tv, ho recuperato tanto. Quasi più incredibile vedere le immagini, che averlo fatto dal vero (ride, ndr). È stato importante aver battuto Demare, considerato tutto quello che ha vinto l’anno scorso: è uno dei più forti specialisti.

Poi il secondo successo, il giorno dopo.

Molti sono rimasti impressionati dal recupero su Demare, ma il secondo successo è stato molto più difficile da ottenere: pioveva, la tappa era stata molto più dura, ricca di saliscendi, essere già arrivato a giocarmela è stato un successo. Ho addirittura vinto. Ma devo ringraziare tutta la squadra, che ha lavorato perfettamente. È stato molto bello lavorare in un gruppo così affiatato. Ho mancato il tris nella quarta tappa, ma ho portato a casa la maglia della classifica a punti. Sono in una grande squadra.

Avete festeggiato dopo la gara?

Certamente. Non una cosa esagerata, ma ho colto la soddisfazione di tutto il team. Magari non se lo aspettavano neanche loro che avremmo ottenuto due vittorie su quattro tappe.

In televisione si è visto che Bouhanni si è lamentato con te dopo una volata.

Sì, fa un po’ parte del suo carattere. Ogni tanto si lamenta. Diceva che lo avevo stretto contro le transenne, ma si possono rivedere le immagini anche 200 volte, io non ho stretto nessuno. Certo, in bici in volata ti muovi un po’, è normale, ma nessun cambio di traiettoria, non scherziamo.

Adesso?

Adesso siamo in ritiro a Girona per una decina di giorni. Da qui andrò direttamente a Omloop per l’apertura delle corse in Belgio, sabato 27 febbraio. Poi Laigueglia il 3 marzo, le Strade Bianche il 6, la Tirreno Adriatico dal 10, Milano-Sanremo il 20. Poi le classiche del Nord.

Pozzato ha detto che Ballerini è pronto per vincere la Roubaix...

Eh... (ride ancora, ndr). Pippo è stato gentile. Però sapete che è da sempre il mio sogno. Anche la Sanremo è segnata con il circoletto rosso sul calendario, ma dovessi proprio dover scegliere, preferirei la Roubaix.

Questo, cioè avere qualcuno che ti inserisce tra i papabili, non ti mette pressione?

No. In questo mi aiuta il mio carattere. Fino all’inizio della corsa sono libero mentalmente, sono leggero, non sono di quelli che ci pensano in maniera ossessiva.

Come è nata questa passione?

Correndoci. La feci da giovanissimo corridore, negli Allievi. Andai male, anche per un paio di cadute, ma mi innamorai del paveé. Mi piace proprio. Ho sempre avuto la sensazione che avrei potuto fare bene in quella corsa, se disputata in condizioni ideali. In ritiro ci siamo concentrati per essere pronti per quel periodo dell’anno. Adesso ho ancora qualche chilo di troppo, non sono al 100%. Ma è tutto secondo programmi.

Come va con la pandemia?

Male. Nel senso che è una vita complicata, non sai mai se le gare sono confermate, devi vivere sempre in una bolla, limiti al massimo, per precauzione, il vivere a casa e stai sempre in ritiro. Speriamo finisca presto.

A proposito di talenti comaschi, si parla molto di Fancellu. Basso ha detto che è il nuovo Nibali...

Non lo conosco bene, forse ci siamo incontrati in allenamento una volta. Per dire quelle cose avranno dei dati da cui partire.

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