Sport / Cantù - Mariano
Martedì 25 Giugno 2013
Basket, serie A low cost
E squadre tutte da rifare
Quasi tutti i club hanno ridotto i budget per il prossimo anno
Due le eccezioni: la “solita” Milano e la nuova ricca Avellino
Milano l’ormai solita storia a sé e Avellino l’eccezione nel contesto di un campionato, quello prossimo venturo di serie A, nel quale la convivenza con budget ridotti rappresenterà la nota dominante. Nonché il filo conduttore.
Delle quattro squadre semifinaliste dei recentissimi playoff, non ce n’è una che potrà permettersi di iscrivere a bilancio la stessa somma dell’anno scorso. Con tagli drastici a Cantù (nell’ordine come minimo del 30%) e a Siena e sforbiciate a Varese e Roma ma soltanto perché in queste due piazze si partiva già da una quota alquanto contenuta (attorno al milione di euro per giocatori e staff tecnico).
Curioso notare come non solo le formazioni appena citate abbiano cambiato allenatore (Banchi lascia la Montepaschi per approdare con ogni probabilità all’Armani, mentre in Piazza del Campo dovrebbe essere promosso l’attuale vice, Crespi; Calvani - nonostante un rimescolamento delle carte in queste ultime ore - non prosegue con l’Acea; Vitucci saluta la Cimberio - che pesca Frates - per riabbracciare Avellino; la Lenovo è transitata da Trinchieri a Sacripanti) e come praticamente tutte riconfermano poco nulla dei rispettivi quintetti titolari.
Diamo infatti un’occhiata a ciò che sta accadendo. In Brianza l’unico dei cinque a ripartire sarà Aradori; sotto il Sacro Monte dovrebbero rivedere capitan Ere (anche se ha una clausola di rescissione da poter eventualmente esercitare) e stop (potenzialmente anche Sakota, ma non è semplice); nella Capitale l’unico al quale è stato rinnovato il contratto è Taylor; meno chiara, invece, la situazione nel team per la settima volta consecutiva campione d’Italia dove sono diversi i pluriennali in essere ma dove - tra chi vuole partire e chi non si vorrebbe trattenere - si annuncia comunque una nuova rivoluzione.
Riferito delle semifinaliste, volgendo lo sguardo altrove la situazione è pressoché simile.
Prendiamo Sassari, seconda in regular season. Ebbene, in Sardegna smobilita l’intero starting five ultimo scorso nonché le principali figure di contorno: via i due Diener, via Thornton, via Easley, via Thornton, via Ignerski, via Becirovic, si riparte di comprimari ovvero Sacchetti, Vanuzzo e Devecchi.
Venezia, che pure ha centrato i playoff, resta società economicamente solida ma non farà passi avventati e peraltro sembra intenzionata a non riconfermare la stragrande maggioranza dei propri giocatori.
Soltanto Reggio Emilia, tra le squadre che hanno raggiunto gli ultimi playoff, parrebbe riproporsi con un organico molto simile al precedente, mentre così non sarà a Milano dove peraltro regna da settimane un silenzio assordante alla voce mercato. Ma l’Olimpia potrà contare sul solito robustissimo budget che le farà vincere con chilometri e chilometri di distacco il torneo estivo dei club più facoltosi.
Ampliando ancor più l’orizzonte, Bologna (in attesa di capire se potrà trattenere Poeta e Gigli) non naviga certo nell’oro, mentre ancor peggio sembrano messe le varie Brindisi, Cremona, Montegranaro, Caserta e Pesaro. E la neopromossa Pistoia deve capire con chi proseguire il viaggio in serie A tra i vari Hicks, Galanda e Fajardo, tutti giocatori di mestiere ma appunto non di primissimo pelo.
Capitolo a parte quello di Avellino, il cui budget a disposizione per il mercato parrebbe essere oltre i 2 milioni e mezzo di euro, avvicinandosi ai tre. Ciò significa che sarebbe secondo soltanto a quello di Milano. Ovvio che con tali denari a portata di mano, in Iripinia si allestirà un roster estremamente competitivo, potenzialmente in grado di lottare per il vertice della classifica.
Questa, insomma, la fotografia dello stato di salute (economico) attuale delle prossime protagoniste della serie A. Difficile che nei prossimi due mesi possa mutare lo scenario.
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