Allarme rosso basket
Il crollo delle iscrizioni

A livello provinciale la situazione sta diventando preoccupante

È una ripartenza in salita quella che sta affrontando il movimento cestistico provinciale dopo lo stop per il Covid.

In queste settimane stanno infatti iniziando i campionati giovanili e i tornei di minibasket, e i numeri sono abbastanza chiari: c’è un calo vistoso e uniforme nelle iscrizioni. Ci sono categorie con pochissime squadre comasche.

Covid ma non solo, però. Secondo Max Di Landri, storico tecnico nostrano (allenatore a Tavernerio da 34 anni, e adesso anche presidente della società), ci sono innanzitutto delle problematiche strutturali.

«Non si trova continuità»

«Per prima cosa mancano i vivai. Cantù ha un suo target, ha la foresteria, e costruisce dei giovani per la serie B o più su. Cermenate ed Erba dovrebbero a loro volta produrre dei giocatori, ma li tengono per sé. Le altre società però, come la nostra, sono talmente piccole che non riescono a trovare una continuità nei ragazzi per fare i campionati. Se invece guardo la provincia di Varese, esistono diverse società di livello intermedio, e allora lì i giocatori vengono prodotti a fiumi».

Quindi il sistema comasco è carente ? «Ho una certa esperienza, e posso dire che vedo un impoverimento tecnico degli allenatori: a Como non ci sono molti allenatori, c’è mediocrità, e manca il ricambio. Così come servirebbero più dirigenti, e dirigenti che siano motivati. Poi la FederazioneZ.

Cosa deve fare ? «Il Comitato provinciale non ha responsabilità, però non viene a tastare il polso. È assente. Quando sono stati eletti, dissero che avrebbero girato tra le società per sentire le problematiche (è previsto quando tutti i campionati saranno iniziati, nda.). Non ultimo, c’è una migrazione importante di squadre dalla Fip alla Uisp, che costa meno ed è meglio organizzata».

Anche il mondo del minibasket accusa il colpo. Con un dato però significativo: calano gli Esordienti (le annate più grandi), crescono gli Scoiattoli. Secondo Matteo Alberio, responsabile tecnico di Minibasket Cantù e Virtus Cermenate, «durante il periodo della Dad, mentre i bambini più piccoli riuscivi a farli divertire lo stesso, i più grandi invece hanno risentito tanto la mancanza della palestra. E questo interruttore di on/off è stato deleterio per quell’età. Un altro dato importante dovuto al Covid, è che abbiamo perso degli istruttori di valore. Faccio l’esempio di Del Vecchio, Melzi e Luisetti che hanno scelto altre priorità».

«Cermenate boom, Cantù tiene»

Ci sono anche delle realtà che sono ripartite forte con il minibasket (ad esempio Alebbio). «A Cermenate c’è stato un riciclo incredibile: tanti bambini hanno smesso, ma tanti altri nuovi hanno iniziato, e non diamo più la gratuità. E Cantù ha perso poco. La forza di queste due società è non essersi mai fermati».

Anche qui la Federazione cosa può fare? «Nel minibasket Como è sempre stata attiva. Adesso che i campionati ripartono, bisogna cercare di giocare il più possibile, di fare concentramenti e feste, bisogna far vedere che siamo vivi e che c’è voglia. E andare nelle scuole, come stiamo facendo noi, per reclutare».

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