Berdun, leader Briantea
«Che strano senza tifosi»

«Sappiamo che i tifosi non mancheranno di supportarci anche da casa, come è stato anche durante questa Coppa Italia»

È partita nel segno di Adolfo Berdún la stagione dell’UnipolSai Briantea84. Nel primo impegno stagionale, che sanciva la chiusura del 2019/2020, i canturini hanno vinto la settima Coppa Italia della loro storia (quinta consecutiva), guidati proprio dall’argentino, dimostratosi ancora una volta leader e campione di prim’ordine. Per lui 12 punti in semifinale con Reggio Calabria e 17 nella finalissima con Macerata.

Tra i migliori giocatori di pallacanestro in carrozzina in attività a livello mondiale, Berdún ha rinnovato il suo contratto con la società brianzola fino al 31 maggio prossimo.

Vale la pena ricordare il suo palmares: un campionato di serie A e due di serie B in Argentina, mentre in Italia tra Cantù, Sassari e Roma ha vinto tre scudetti, sette Coppe Italia e nove Supercoppe Italiane.

Dunque, Adolfo, come vi state preparando per il debutto in serie A? «Abbiamo chiuso una settimana fa la stagione precedente con la vittoria della Coppa Italia. Siamo sicuramente molto contenti, perché siamo riusciti ad alzare il trofeo, ma soprattutto perché abbiamo avuto la possibilità di rientrare in campo dopo quasi nove mesi. In questi giorni abbiamo ripreso ad allenarci per pianificare il campionato, lo stiamo facendo bene. Aspettiamo con ansia di ritornare sul parquet».

Tornando alle final four, cosa l’ha convinta di più delle gare con Reggio Calabria e Macerata e su cosa pensa ci sia ancora da migliorare? «Per questo appuntamento ci siamo allenati bene e siamo riusciti a concretizzare tutto nelle due partite che abbiamo giocato. Il lavoro è stato eseguito con grande cura. Cosa dobbiamo migliorare? Sicuramente abbiamo ampi margini di crescita, sia individuale che di squadra. Poi il ritmo partita, ma quello si ritrova giocando».

Un suo giudizio su Santo Stefano: resta la squadra favorita? E quali pensa possano essere le pretendenti per lo scudetto? «Macerata è una squadra molto forte, ma tante altre formazioni si sono rafforzate. Non le conosco tutte, ma sono convinto che la lotta per il titolo vedrà in campo diversi club».

Come valuta fino ad oggi il lavoro di coach Daniele Riva? «Già conoscevo Riva come giocatore, ma non nel ruolo di allenatore. Fino ad ora abbiamo lavorato bene, la stagione è cominciata con una buonissima preparazione che ci ha permesso di alzare subito un trofeo. Dobbiamo continuare con questa mentalità».

A livello di gruppo come si stanno inserendo i nuovi? Pensa che abbiate già trovato la giusta amalgama? «In questo gruppo mi trovo molto bene. Alberto Esteche è un nuovo giocatore, ma che conosce già l’ambiente, visto che due anni fa ha giocato qui. Ha portato grande esperienza, come nel caso di Driss Saaid: sono entrambi degli ottimi innesti. Poi c’è Luka Buksa, tra i quattro giovani è l’unica novità. Ha grandi prospettive. Gli altri tre giovani, invece, si allenano con noi da un po’ di anni. Stanno crescendo, è fantastico vedere tutto questo. Nel complesso tutti si sono inseriti bene, ma abbiamo sicuramente tanto da migliorare e crescere. L’aspetto fondamentale è che tutti sono delle grandi persone, si parte da questi dettagli».

Quanto pesa giocare a porte chiuse? Un messaggio per i tanti tifosi biancoblù. «Noi siamo stati sempre abituati a entrare in campo e vedere gli spalti pieni di persone che tifano per la Briantea84. Vedere il palazzetto vuoto sarà sicuramente triste e strano, ma sappiamo che i tifosi non mancheranno di supportarci anche da casa, come è stato anche durante questa Coppa Italia. Noi scenderemo in campo con questa consapevolezza: anche se non saranno lì presenti con noi, giocheremo sempre anche per loro».

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