Basket / Cantù - Mariano
Martedì 30 Marzo 2021
Cantù, ascolta Radic
«C’è già buon feeling»
«Sono davvero felice di tornare, ci speravo da tempo. Per me l’Italia è un posto speciale, è qui che ho vissuto la mia prima esperienza all’estero»
Se l’Italia non è la sua seconda casa, poco ci manca. Ivica Radic, 30 anni, croato di Spalato, torna nel nostro Paese e lo fa a Cantù, in serie A. Quella serie A che aveva assaggiato a Venezia nel 2015/16 e che ora lo riaccoglie. Missione: aiutare la Pallacanestro Cantù a conquistare la salvezza.
«Sono davvero felice di tornare, ci speravo da tempo. Per me l’Italia è un posto speciale, è qui che ho vissuto la mia prima esperienza cestistica lontano dalla Croazia. E sempre qui da voi ho giocato a lungo, avendo la possibilità, inoltre, di studiare l’italiano. Non lo parlo bene come l’inglese ma riesco a farmi capire e a comprendere ciò che mi dicono le persone».
Cosa apprezza il centro croato è presto detto: «Ritrovo buoni amici, un’ottima cucina e un bel clima: qui si vive davvero bene, diciamo che l’Italia è un ottimo posto in cui giocare a pallacanestro. A inizio stagione ero già stato vicino a fare ritorno, ma, avendo ricevuto offerte migliori, avevo poi declinato l’opportunità».
A Cantù è arrivato venerdì in serata, primo allenamento sabato. Prime impressioni sul gruppo? «La squadra mi piace davvero tanto, i ragazzi sono stati davvero carini con me ed è già nato un buon feeling con ognuno di loro. Non ho ancora conosciuto di persona coach Bucchi, date le circostanze, ma posso dire che in questi miei primi giorni a Cantù la società è stata super nei miei confronti, c’è organizzazione. Quanto alla città, devo dire che Cantù è molto gradevole: c’è natura e mi piacciono molto le strade con tutte quelle colline».
Tutti sanno, lui per primo, che il suo contributo servirà per cementare la squadra nel settore dei lunghi e arrivare alla salvezza: «Non siamo in una buona posizione, questo è evidente. Tuttavia, con una classifica così corta, ritengo sia troppo presto per fare calcoli e “sparare” sentenze. Mancano sei partite, è vero, non sono molte, ma i punti che separano ogni squadra impegnata nella lotta salvezza sono davvero pochissimi. Dobbiamo quindi lottare al massimo delle nostre forze in ogni singola partita: uniti possiamo fare grandi cose. Crediamoci».
© RIPRODUZIONE RISERVATA