Cantù con Bryant
Ventata di freschezza

L’atteggiamento del nuovo play è piaciuto subito a tutti: un sorriso contagioso, la voglia di emergere in un campionato importante

Una ventata di freschezza, unita ovviamente a qualche legittimo punto interrogativo. Per Cantù, l’arrivo di Zack Bryant, non può essere considerato semplicemente un inserimento di un nuovo giocatore.

Perché il nuovo play arriva dopo la peggiore partita per distacco della S.Bernardo in questa stagione di A2. Una sconfitta, quella contro Mantova, in cui non è andato bene nulla – nessuno l’ha nascosto -, ma che altrettanto chiaramente non mette nulla a repentaglio. Né la classifica, né le ambizioni.

Ma perché è così importante l’arrivo di Bryant? Per molti motivi. Prima di tutto si riempie il buco creato dall’addio forzato a Johnson. Poi ci sono motivi tecnici e psicologici.

L’atteggiamento del nuovo play è piaciuto subito a tutti: un sorriso contagioso, la voglia di emergere in un campionato importante, l’immediata assunzione di responsabilità nonostante un’età in cui non si fanno quasi mai discorsi da leader.

E perché è stato scelto Bryant dal campionato finlandese? Più di tutto ha colpito – tra i settanta profili scandagliati dallo staff - quella freschezza atletica di cui questa squadra ha bisogno.

Una necessità, con tutta evidenza, legata all’idea di basket di coach Sodini. Sa ed è ancora convintissimo di avere una squadra forte, di giocatori che vogliono emergere e lottare per la causa.

Ma sa anche che l’elenco di “sfighe” e vicissitudini che sta vivendo Cantù quest’anno – e che stanno incidendo anche sull’umore della squadra, fatta di uomini e non di robot - ha bisogno di essere spazzato via. E ci voleva – in attesa della prova del campo, ovviamente – un giocatore così. “Freschezza” ed “energia”, del resto, sono le due parole-chiave utilizzate da Sodini e Frates nel corso della presentazione dello statunitense a Vighizzolo.

«Bryant è un energizzatore», ha detto chiaro e tondo Sodini. Gli è piaciuta la sua verve e la ritiene utile per la squadra. Non è Johnson, ormai ex Mvp del campionato di A2, giocatore più esperto e strutturato. Bryant porta quel brio che forse un po’ manca a Cantù.

Può essere l’ingranaggio che fa decollare la squadra. Perché così, forse, non è abbastanza “sodiniana”, o perlomeno non lo è così a lungo come vorrebbe l’allenatore. Difesa forte e ripartenze in contropiede: si sono viste, ma a tratti.

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