Cantù, certezza Gaines
Preoccupano i lunghi

È arrivato per ultimo, ha giocato e segnato più di tutti tra quelli che domenica indossavano la sua stessa casacca: con 23 punti a referto

È arrivato per ultimo, ha giocato e segnato più di tutti tra quelli che domenica indossavano la sua stessa casacca: 37 minuti sul legno del Palaserradimigni con 23 punti a referto. Frank Gaines, insomma, ha ripreso da dove aveva interrotto un paio di stagioni fa. Da scorer, insomma, oltre che da attaccante di razza. Ma nella sua gara contro il Banco di Sardegna ci sono anche 7 assist, segno che oltre ad attaccare il canestro, a concludere dall’arco dei 6.75 e a dare verve all’impronta offensiva, si è pure dedicato ai compagni. Insomma, il Gaines aggressivo che si conosceva e che in questa Cantù deve rappresentare una garanzia. Del resto, è proprio per questo motivo che è stato richiamato in Brianza dopo che le successive esperienze alla Virtus Bologna e in Israele non è che gli siano andate tanto a genio.

Più in generale, a Sassari gli esterni della S. Bernardo hanno detto abbondantemente la loro, visto che pure Smith (21 punti), Johnson (14) e Procida (14) sono approdati in doppia cifra.

E non è allora un caso che il quintetto con i tre piccoli sia quello che si è reso protagonista della clamorosa rimonta dopo lo sprofondo a -19.

Volendo spaccare il capello, all’appello è mancato Pecchia (in realtà è da un po’ che Andrea non riesce a esprimersi) con la sua quantità, ma la qualità nel ruolo è stata assicurata da Procida che ora sembra esserci compiutamente sia a livello sia mentale. Per dire, un paio di volte lo si è notato anche tenere botta a Burnell in post basso.

Par di capire che cresca la fiducia in se stesso di Gabriele, di pari passo con quella che Pancotto nutre nei suoi riguardi.

Riferito dei “piccoli” (si fa per dire, visto che il talentuoso prospetto di Lipomo si aggira sui due metri), c’è però da porre l’attenzione sul rovescio della medaglia, vale a dire accennare al reparto lunghi.

Che è nutrito in termini numerici ma che latita tremendamente quanto a efficacia e concretezza. Nella conta rientrano Leunen, Bayehe, Kennedy, Bigby-Williams, talvolta pure La Torre (anche a Sassari i suoi pur limitati minuti li ha giocati da “4”) e in fondo lo stesso Thomas, anche se nelle ultime tre partite è stato l’unico penalizzato dal turnover tra gli stranieri e non è mai andato a referto.

In Sardegna, il buon “Martino” è parso l’unico in grado di reggere in difesa sull’eccellente Bilan, quando il coach l’ha utilizzato da “5”: l’ha fatto mettendoci il corpo, chiudendogli la tanto amata mano destra e togliendogli spesso la sedia.

Ma se deve essere lui a venir utilizzato da pivot per metterci qualche pezza, allora il problema degli altri è evidente. Sotto canestro a questa squadra manca consistenza e solidità. E per il momento l’inserimento di Bigby-Williams non sta sortendo effetti. L’impressione è che regni anche un pizzico di confusione nella sua gestione perché dopo essere stato lanciato in quintetto, l’inglese è rimasto in campo complessivamente solo 10’, senza più rivedere il parquet per l’intera ripresa.

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